28.1.05

The continuing story of Bungalow Bill

E' giunto il momento di calare il carico da undici. Lui è, come già detto qualche post fa, il mèntore nonchè dittatore unico del complesso. Nè potrebbe essere altrimenti, visto il grande impegno che profonde nel progetto e la sua pressochè smisurata conoscenza della tecnica musicale. Per non parlare della solida base teorica, che dispensa a chili a chiunque passi di lì. La sua pressochè perfetta conoscenza dell'inglese e anche dei più minuti (sic) dettagli a volte lo rende un po' ostico.
D'altronde, se a voi non suona ostica una frase del tipo "se il pitch del fader va in mixdown, si crea un effetto di overbending che sporca la brightness del suono così come esce nel wave editor dopo un opportuno balancing della rhythm section", siete in grado di discutere con lui praticamente di tutto. *

A parte questa lieve tendenza a perdersi nei tecnicismi, comunque, e a parte quello stronzo del suo fratello gemello cattivo che si diverte a cambiare le sequenze o la velocità dei pezzi, il Nostro amato Sire, che ben può fregiarsi del titolo di Immenso, sbirciandoci con aria di compatimento dall'alto della sua postazione che comprende una tastiera vocazionale, una spretata e una rigorosamente agnostica, riesce a fare almeno otto cose in contemporanea: infatti, con perfetta nonchalance dispensa saggi consigli, effettua un pre-mixing, gorgheggia con voce stentorea e cerca i suoni di tastiera più adatti - solitamente quelli con il massimo riverbero,e che evocano senza ombra di dubbio l'immagine della fine del mondo - con i quali punteggiare i pezzi con i suoi meravigliosi assoli (sempre gli stessi).
Occhio che però è un po' suscettibile: se gli si fa notare che anche lui ogni tanto sbaglia ti fulmina con lo sguardo e ti degna di un solenne "Stronzo!".
Odia i gruppi paralleli, al punto che è appena entrato in uno di essi.
Ma se c'è una cosa che non fa mancare mai, è la sua professionalità. Che suscita sempre nei suoi colleghi furiose sghignazzate.

*Per chi fosse incuriosito dal profondo significato celato in questa frase, fornisco una sorta di traduzione. In pratica, dopo che avrete imparato un manuale di ingegneria del suono in lingua originale scoprirete che tutta quella roba là voleva semplicemente dire "se tocchi quel coso, esplode tutto". Nel frattempo, ovviamente, pur in preda a una certa inquietudine, avrete già da molto tempo osato toccare il coso di cui sopra, e in questo preciso momento i pompieri stanno tentando di spegnere gli ultimi fuochi dell'incendio da voi provocato in sala prove.

...The children asked him if to kill was not a sin
"Not when he looked so fierce" , his mother butted in
If looks could kill, it would have been us instead of him
All the children sing:
Hey, Bungalow Bill!
What did you kill, Bungalow Bill?...

27.1.05

Tell me why

E' da ieri sera che ho in testa una canzone. Non è la prima volta che mi capita, e credo che non sarà l'ultima. Tra l'altro, penso che si tratti di un'esperienza comune a molti.Per qualche motivo ti capita di ascoltare prima di andare a dormire un pezzo, che in qualunque altro momento della giornata non sortirebbe alcun effetto, e quando ti svegli al mattino seguente continui a canticchiarlo. E non te lo schiodi dal cervello neanche prendendoti a calci.
Così sto trascorrendo la mia giornata a canticchiare il pezzo. (1964, Beatles, of course). Uno dei futuri pioli della scaletta dei Sugarplumfairy. Tre voci, basso batteria e chitarra/e. Un ritmo allegro, a dispetto del testo che parla come al solito di crisi tra fidanzati, litigi ecc. La solita routine, insomma. E poi il middle eight, che mi piace da impazzire. Quattro battute fulminee, a voce di Lennon, con al suo interno una frase cantata a tre in falsetto (nessuna armonia vocale, un caso raro nei Beatles) che suona 'strana', quasi irriverente, poi una scarica di pugni allo stomaco, simboleggiata da una serie di colpi ai tom che chiudono l'inciso e danno il via alla ripetizione del ritornello a tre voci. Geniale e semplice al tempo stesso.
Ma non volevo fare un trattato musicale, anche se mi rendo conto che se vado avanti così mi ritroverò a parlare di cadenze eoliche e quinte di Piccardia. Volevo solo 'scaricare' sulla carta questa maledetta canzone che mi ingombra la testa e che sta fornendo una colonna sonora a questa giornata come tante altre.

...Well, I'm beggin' on bendin' knees,
If you'll only listen to my pleas
If there's anythin' I can do
'Cause I really can't stand it,
I'm so in love with you...

23.1.05

I'll follow the sun

Torno in sesto dopo una influenzetta che mi ha tenuto a casa da mercoledì. Ho passato quattro giorni a dormire, leggere libri, strimpellare accordi alla chitarra. Poco fa, per la prima volta da martedì scorso, sono uscito, portando fuori il cane. Sono restato quasi...disorientato. L'aria fredda che mi sferzava il viso, un leggero giramento di testa, il piede non del tutto fermo di fronte agli strattoni del mio caro animale di compagnia, lui sì in perfetta forma... E' un po' che non mi prendevo un periodo di riposo forzato così lungo. Ora, dopo un modesto pranzo a base di pasta al forno e vino rosso del Roero, trascorro le ultime ore di 'libertà' prima di tornare al lavoro l'indomani.
E' strano...Quando sei al lavoro devi normalmente adempiere ai tuoi doveri di ufficio in pochissimo tempo e con la massima precisione, e ciò che sogneresti è un po' di dolce far niente. Quando ti capita di ammalarti, che puoi effettivamente startene a far niente, hai la spiccata tendenza a lamentarti dei ritmi rallentati e dilatati al punto che ti tiri invariabilmente le balle. Ma ci sarà mai qualcosa che ci va bene, a noi esseri umani?

...One day you'll find
That I have gone
But tomorrow may rain so
I'll follow the sun...

16.1.05

While my guitar gently weeps

Ovvero: de chitarra solista Cognitionis Zeri.

Da piccolo amava zampettare per casa come gli uccelli di cortile (Yardbirds). Goloso da sempre di crema, possibilmente fresca (Fresh Cream, 1966), ha una personalità brillante e divertente, da cui il soprannome
di 'rompitristezza' (Bluesbreaker). Ha imparato a suonare la chitarra dal metodo didattico di Eric Clapton, per la cui bravura nel maneggiare la sei corde nutre una passione che rasenta la cieca fede (Blind Faith).
E' lui, quando si decide di inserire un pezzo in scaletta, che spinge sempre per trasformare il gruppo in una Slowhand Tribute Band anzichè perdersi, per citare testualmente, "...in cagate tipo Vasco o i Van Halen...". E' stato costretto una volta ad ascoltare Braido che faceva blues, e ancora ne è rimasto traumatizzato; lo si può notare quando una smorfia di disprezzo si disegna sul suo volto dal baffo sempre ben curato nel pronunciare la ormai celeberrima frase "...ah ma se senti Braido che fa blues...", lasciando intendere con questo che la fine del mondo è vicina se permettono anche ai caproni delle sei corde di rovinare in cotale guisa il genere musicale re-inventato da Slowhand.

Vive e lavora nella sua amata Pontecurone, terra di zanzare-tigri-coi-denti-a-sciabola e comunisti, così comunisti che hanno quasi preso a pietrate la Passat di mio fratello in occasione del primo concerto dei CZ, in quanto tutte le macchine più grosse di una Renault 4 sono la spia del capitalismo più sfrenato e pernicioso.
Ha un'officina meccanica nella quale, smesso di lavorare sui semitoni, passa ai semiassi (ho un debito, per avere permesso la pubblicazione di questa battuta, con il chitarrista ritmico del nostro gruppo).

Ha una moglie, due figli e un amplificatore Marshall a valvole, che porta regolarmente a cena fuori due volte alla settimana in ristoranti di lusso , pagando il conto per entrambi, s'intende.

Il suo camioncino (rosso, of course) è il mezzo di cui ci serviamo in occasione delle nostre tourneè mondiali. per caricare tutta la strumentazione necessaria. Il Marshall, beninteso, in quei casi viaggia a fianco del guidatore, in posizione eretta e con la cintura rigorosamente allacciata. E sceglie lui la colonna sonora, inserendo personalmente i CD nel lettore. Nove volte su dieci, comunque, si ascolta The Cream of Clapton.


I look at the world and I noticed it's turning
While my guitar gently weeps..
With every mistake we must surely be learning
Still my guitar gently weeps...

(solo - sung by Eric Patrick Clapton)

13.1.05

Sugarplum fairy, sugarplum fairy...

...così, in una delle innumerevoli prove di A day in the life, l'istrionico Lennon effettuava il conteggio prima di partire. Già, perchè non poteva fare mica come tutti i cristiani di questo mondo che contano "one-two-three-four".
Sugarplum Fairy. Provate a bisbigliarlo due-tre volte. e' come un mantra.
"Sciogaplomferi, sciogaplomferi". Misterioso ed evocativo. Sembra indicarti la strada. Verso dove? Ti porta giù (let me take you down)Verso qualche terra inesistente (in a nowhere land).

Tenete a mente questo nome, gente. Controllate, diciamo a partire dalla fine del presente anno, siti e riviste che riportano l'elenco dei concerti nei locali della provincia di Alessandria. Un giorno, quando meno ve lo aspettereste, leggerete che da qualche parte si esibirà una Tribute Band dei Beatles con un nome che vi sembrerà familiare...Sugarplum fairy...
E se avrete la bontà di passare ad ascoltare questa band che si affaccerà per la prima volta sulla scena, probabilmente anche il titolo della prima canzone vi suonerà familiare . . . Dig a pony. . .
Una preghiera, però.
Evitate scende di isteria modello Beatlemania, o gentili pulzelle che affollerete il locale alla 'prima' del gruppo.
La band sarà a vostra gentile disposizione per autografi e dediche.
Il cantante, inoltre, (Billy Shears il suo nome d'arte), lascerà ad ognuna di voi il suo numero di telefono e indirizzo. Così, se volete fare quattro chiacchere davanti al caminetto sapete dove trovarmi... Se poi ualcuna di voi preferisce, per citare Elcvis, a little less conversation and a little more action, il numero di telefono e l'indirizzo sono gli stessi. Prendete il numerino all'ingresso e non spingete. C'è posto per tutti. Grazie.

PS: Se doveste notare che il numerino all'ingresso tende ad essere sempre lo stesso (NUMBER NINE, NUMBER NINE, NUMBER NINE, NUMBER NINE, ecc.) non preoccupatevi. C'è un perchè anche per quello.

Sugarplum fairy, sugarplumfairy...

http://www.sugarplum-fairy.splinder.com

12.1.05

Maxwell's silver hammer

Oggi si parla del batterista dei Cognizione Zero. Uno con il ritmo nel sangue.

Su di lui circolano strane storie... Un po' come le leggende metropolitane. In gran parte sono false, ma un fondo di verità c'è sempre.

Pare che abbia sangue blu nelle vene. Quattro quarti di nobiltà.

Si racconta di lui che da piccolo amava andare in giro d'inverno in maglietta e calzoncini corti. Così ne approfittava per battere le brocche.

Non appena raggiunta l'età della ragione, ha costretto sua madre a cucinare nelle terrine di coccio, sia perchè si dice che i sapori siano migliori, sia perchè in mancanza d'altro aveva requisito per causa di forza maggiore tutte le pentole.

Una volta raggiunta l'età dell'adolescenza, alternando come tutti successi ed insuccessi, ha cominciato a ...batterla alle ragazze.

Naturalmente, da buon batterista rock, odia la disco music e odia svegliarsi presto. Tutto ciò che prevede l'uso della parola "levare" lo rende giustamente idrofobo.

Ha un sense of humor molto inglese, da bravo amante del rock oltremanica. E ha, manco a dirlo, un gusto particolare per le battute.

Non ama fare la voce grossa. Tanto, sa farsi sentire quando occorre.

Il suo motto è: Ogni cosa à suo tempo.

Se dovessi suggerirgli un lavoro da fare, probabilmente lo spedirei al recupero crediti. Quando si tratta di battere cassa, è im-battibile.

Sa essere, giustamente, feroce con le persone meschine e prive di un qualsivoglia spessore. Dovreste vedere come percuote i piatti.

La sua canzone preferita, se eccettuiamo What's up dei 4 Non Blondes, è Crash Boom Bang dei Roxette.

E' una persona che fa di solidità virtù; negli ultimi tempi ha addolcito alcuni tratti del suo carattere, passando dal piombo al granito (leggesi : dal metallo pesante alla roccia).

In ogni caso, sotto questa dura scorza batte il tempo (aridaje) un cuore grande così.

In una parola, è un amico.

E come tutti i veri amici, sa farsi in quattro (quarti, of course) per te.

Addirittura, se glielo chiedi con garbo, può anche prendere in considerazione l'eventualità di dedicarsi a te anche in tempi composti.

Bang bang Maxwell's silver hammer
Came down upon his head
Clang clang Maxwell's silver hammer
Make sure that he was dead...
Silver Hammer Man!

11.1.05

Polythene Pam

Iniziamo dalla presentazione della cantanta (nel senso che è il cantante femmina, non che è can-tanta...che maliziosi che siete!!!

E' lo straniero della squadra. Un'esile sognatrice dal profondo est. Alice nel paese delle Colf.
Una seria professionista. Anzi, permettetemi una sviolinata. Una professionista al cubo.
Timida e modesta, al punto che spesso si autolimita nei pezzi, lasciando la scena agli altri.
il suo modo di vestire è altrettanto sobrio. Anche in concerto. Niente lustrini, stelle filanti, vestiti in lamè. Puro abbigliamento minimalista.
Tuttavia la sua bellezza colpisce gli uomini...i suoi corteggiatori non si contano sulle dita delle mani.
Cionondimeno, non si atteggia a diva. E' anzi una stakanovista delle prove, al punto che ci stressa pure, imponendo vere e proprie maratone. Ore e ore a riprovare singole battute, sino a che tutti noi abbiamo raggiunto la perfezione che lei incarna.
Ed è a malincuore che, proprio per la professionalità e l'impegno che profonde nelle sue attività, ci vediamo costretti a separarci da lei. Essendo così brava, i più famosi teatri e i più celebri locali di musica dal vivo se la contendono a suon di miliardi. E cosa potremmo offrirle noi, umili musicanti di provincia, che suonano per il piacere di divertirsi? Per cui, a meno che la nostra istrionica simpatia non la convinca a rifiutare gli ultimi strepitosi ingaggi, dovremo presto re-inventare la scaletta privandoci della sua voce sempre intonata e precisa come un metronomo, della sua professionalità e soprattutto della sua avvolgente presenza scenica.
Sigh.


....Well you should see Polythene Pam
She's so good-looking but she looks like a man
Well you should see her in drag
Dressed in her polythene bag
Yes you should see Polythene Pam
Yeah yeah yeah ....

Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band

Queste poche righe sono dedicate al simpatico complessino (C) TPO di cui mi verg...ehm...mi vanto di far parte. Tanto per non saper nè leggere nè scrivere, penso che dedicherò nei prossimi giorni alcuni post a descriverli minuziosamente. Tutto questo in attesa di mettere su la famosa Beatle Cover Band (cfr TPO' s Blog) che finalmente mi darà l'imperitura gloria cui anèlo.
Il nome del gruppuscolo - oddio, più che gruppuscolo direi il gruppo della maglia Rosa, per dimensioni s'intende :), è COGNIZIONE ZERO (nomen omen) e i musici sono:

rullo di tamburi...

Pigiatore Di Sequenze a Tradimento, Fondatore E Dittatore Unico e Tastierista : Sergeant Pepper (aka Bungalow Bill)

Contabile, Esattore dell'Affitto Della Sala e Chitarra ritmica : Taxman

Giuntatore meccanico, Proprietario ed Autista del Pulmino della Band e Chitarra solista : la chitarra solista di While My Guitar Gently Weeps :) :) :) (aka The Man From The Motor Trade)

Astrofico,Cazzonauta e Bassista : Mean Mr. Mustard

Ex-Metallaro, Umorista e Batterista : Maxwell Edison (aka Maxwell's Silver Hammer)

Voce femminile (in via di cassazione) : Polythene Pam

Voce maschile : Billy Shears - the one and only, (C) TPO -

A risentirci su questi schermi per le biografie - a puntate - dei musici.

...It was twenty years ago today
That Sgt. Pepper taught the band to play
They've been going in and out of style
But they guaranteed to raise a smile
So let me introduce to you
The act you've known for all these years
And Sgt.Pepper's Lonely Hearts Club Band!!!...

PS : Lonely hearts 'me cojoni!!! L'unico owner of lonely heart - se si eccettua la cassand(r)a - cantante, è il sottoscritto...ma di questo parleremo un'altra volta che è meglio

3.1.05

In my life

...cominciamo l'anno nuovo con un carico da 11, per quanto riguarda il titolo del post... :)

Innanzitutto buon 2005 a tutti i miei (1) affezionati lettori. Vorrei ringraziarvi da parte mia e del gruppo e spero che abbiamo passato l'audizione ;)

Ora, la fredda cronaca.Sono reduce da 4 giorni nel mio paesello del trentino. Anzi, due giorni, visto che per arrivarci il 30 ho viaggiato dalle 7 alle 16 e al ritorno (ieri) il viaggio è durato dalle 10.30 alle 23 (così la prossima volta imparo ad accettare passaggi da amici che mi dicono "dai, ti portiamo giù noi, tanto siamo sulla strada...almeno non stai tutto il giorno su quei treni...". Stupidi amici. Stupido controesodo dalle montagne trentine.E stupido me, beninteso.
Per il resto, tutto bene. Anche se comincio ad essere allergico ai cenoni di capodanno. Mangiato come un bue, e il risultato era che all'una e mezza di notte ero, debilitato nel fisico e nello spirito, a dormire. Citando Vacanze di Natale, "Vorrei proporre un brindisi. E anche 'sto Capodanno....ce 'o semo levato dalle palle".

La mattina dell' 1, invece, ho fatto una passeggiata sino a Pejo Paese (il mio alberghetto risiede invece a Pejo Fonti, circa un paio di chilometri più sotto), lungo quello che viene sarcasticamente definito Viale del Tramonto. Dovete sapere che in questa bella valletta le montagne circostanti sono sì alte che da ottobre a marzo il sole si rifiuta ostinatamente di far capolino. Laonde per cui è necessario salire un po' verso il paese vecchio, lungo la strada da me percorsa, per incontrare i primi caldi e benefici raggi della stella del mattino.
Per questa ragione, gli anziani abitanti del paese fanno le loro brevi passeggiate lungo questo breve tratto di strada provinciale esposto al sole. Da qui il benevolmente sarcastico soprannome dato alla strada.

Orbene, crogiuolandomi siccome una lucertola sul vetro di una finestra (like a lizard on a window pane) ho trascorso un po' di tempo in contemplazione del paesaggio, immerso nella neve e silenzioso, in questa prima giornata del nuovo anno, e ho tracciato una sorta di bilancio dell'anno precedente. Bene, un altro anno è finito. Che cosa ho concluso, che cosa ho fatto di più rispetto all'anno scorso? Niente.
A volte mi stupisco della mia coerenza.

Al termine di questa solitaria e silenziosa contemplazione, mentre dirigevo nuovamente i miei passi verso le tenebre appena sottostanti, sono giunto a una conclusione: quel posto mi piace sempre un casino. Mi trasmette un senso di pace, di sicurezza che ogni volta riesce a 'rigenerarmi'. Non importa dove andrò a finire in futuro, che cosa mi porterà il destino, che cosa ne sarà delle solide e splendide amicizie che ho stretto lassù. Ma so che ogni volta che ritorno là, trovo ad attendermi le 'mie' montagne, i sentieri che conosco a memoria, più semplicemente i ricordi di una vita. Vacanze, amicizie, amori, sogni, desideri,folli ubriacature, gioie, dolori... Ogni volta parto per il Trentino con un piccolo dubbio che si insinua nella mia mente : riuscirò a trovare anche stavolta una ragione per tornare la volta successiva?

E quando inizio a volgere i miei passi verso casa, la risposta è invariabilmente la stessa : Sì. Può essere per fare una gita nuova, per bere una birra in compagnia dei soliti compari, per flirtare con le nuove babysitter polacche dei miei 'nipotini' ;), o semplicemente per riposarsi dallo stress accumulato nei mesi, ma una ragione c'è sempre.

Sento che in qualche modo quel posto mi appartiene. E dovunque io sia, qualunque cosa faccia, mi resta sempre nel cuore.
Non è la forza dell'abitudine.
E' una parte di me. E non ci si può tanto facilmente liberare di se stessi.
Neanche se si arriva al punto in cui si comincia a starsi discretamente sulle palle.

...There are places I'll remember
All my life, though some have changed
Some forever, not for better
Some are gone, and some remain
All these places have their moments
With lovers and friends I still can recall
Some are dead and some are living
In my life I've loved them all...