9.2.06

Matchbox

Ci siamo.
Domani a quest'ora gli occhi del mondo (almeno, di una parte di esso) saranno sul sabaudo agglomerato urbano, già Capitale dell'Italica Nazione, già importante urbe dell'Impero Romano, sotto il nome di Augusta Taurinorum. E migliaia di cuori batteranno all'unisono quando l'ultimo dei tedofori farà completare alla fiamma sacra, partita due mesi fa da Olimpia, il suo lungo viaggio, facendola finalmente posare sul braciere dal quale illuminerà l'Italica Olimpiade Invernale e noi tutti.

Due anni fa, lo confesso, ero molto più coinvolto. Forse perchè le Olimpiadi Estive mi appassionano di più, forse perchè in fondo si tornava nella patria dei giochi. Alcune gare sono state effettuate ad Olimpia la 'patria' dei giochi, la stessa maratona è partita da...Maratona. Anche qui c'è una Maratona, purtroppo però è la curva del Toro al Comunale. Il gobbo che è in me viene fuori, ogni tanto. In omaggio alla par condicio, per fortuna, la torcia è stata portata in doveroso pellegrinaggio al cimitero di Villar Perosa ove riposa l'avvocato Agnelli. Se non era per lui, a detta di tutti, compreso il presidente del CIO Rogge, le Olimpiadi le vedevamo col binocolo.

Naturalmente, da bravi italiani, siamo riusciti già a fare le nostre figure di cacca. ...per cominciare siamo (come al solito) in ritardo sui lavori. Probabilmente, approfittando del fatto che tutti guarderanno la cerimonia di apertura, squadre di operai sottopagati lavoreranno alla luce incerta delle fotocellule per finire di pavimentare Piazza Statuto. Sperando che a nessuno del Comitato Olimpico venga in mente di andare a farsi un giro... E come dimenticarsi i no-global che si sono rubati la torcia, o i comitati no-tav che (al di là del condividere o meno la loro protesta, non è questo però il momento nè il luogo per discuterne) hanno costretto i tedofori a cambiare strada e girare al largo... per non parlare di altre due o tre chicche. Come l'ingresso per i pullmann del palaghiaccio, leggermente troppo basso per farli accomodare all'interno.Perciò, si parcheggi fuori. E gli atleti si prendano armi (bastoni, caschi, paradenti ecc.) e bagagli e vadano a piedi.

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Il ricordo più nitido che ho di un'olimpiade invernale è legato a Lillehammer '94. Finale della staffetta di fondo. Centomila persone ad assistere, gran parte delle quali colora di rossobiancoblu gli spalti imbiancati. La fortissima Norvegia, padrona di casa, lotta testa a testa con l'Italia per l'oro. Mi ricordo che ero a casa da scuola, o forse ero tornato prima causa assemblea di classe...Mentre l'acqua della pasta bolliva, non staccavo gli occhi dal teleschermo. Una volata da brivido, con il pubblico in delirio, tra il nostro Marco Albarello e il 'mostro' della specialità,una sorta di Merckx del fondo, l'idolo di casa Bjorn Daehlie. Gli ultimi cinquanta metri sembravano infiniti. Due campioni, al massimo dello sforzo, tra due ali di folla urlanti, si sfidano per l'oro. Vince Albarello, e io urlo di gioia come un cretino nella casa vuota mentre l'acqua della pasta, incurante del momento storico, trabocca. Ecco, vorrei proprio che queste Olimpiadi che non riuscirò a seguire granchè, tra lavoro e tutto il resto, si facciano ricordare per qualche impresa sportiva da applaudire, non necessariamente perchè è un italiano a vincere.

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Rivolgo pertanto una accorata preghiera. Cari no-global, o no-tav, o no-me-rump-al-bal, vi scongiuro, non vi venga in mente di fare qualche vaccata che ci squalifichi definitivamente agli occhi del mondo, tipo spegnere la fiaccola pochi metri prima del suo definitivo atterraggio sul braciere. Io di sentirmi in mondovisione Alberto Tomba che si avvicina al microfono e imbarazzato dice "ehm...qualcuno ha un accendino?" non ho proprio voglia. Non stavolta. Di figure di merda mondiali l'Italia ne ha sempre fatte, d'accordo. Ma così sarebbe troppo.
Grazie da un italiano qualunque.

...I said I'm sittin' here watchin'
Matchbox hole in my clothes
I ain't got no matches
But I sure got a long way to go...