29.12.04

I feel fine

Sono tornato a casa dopo una cena con un'amica. Lei è...quella parte di me che vorrei essere, e che non riesco ad essere. Lei è più fortunata di me, sotto certi punti di vista. Si è presa alcune mazzate dalla vita, che l'hanno segnata non poco( e glielo leggo negli occhi, e lo capisco anche dai modi a volte bruschi e diretti che ha nei confronti della gente), ma queste mazzate l'hanno fatta crescere. Lei è grintosa, spigliata, indipendente, in una parola...adulta. Io no, anche se sono più vecchio di lei, almeno in certe cose non sono adulto. Forse perchè sono stato più fortunato per altri aspetti, ma questo mi ha tenuto a suo modo nella bambagia. Mai nessun problema (o quasi), e quindi poche occasioni di 'crescita'.
E proprio per questo suo 'essere adulta', esercita su di me un notevole fascino. In più è molto carina...oserei dire bella. Ma è un'amica. E credo che mi consideri tale. E con questo la frittata è completa. Ma in fondo è giusto, direi...

Ma la cosa più strana è questa. Mentre attendevo il treno (in ritardo di un'ora) che mi avrebbe portato a casa, e riflettevo su quello che non sono, quello che è lei, quello che vorrei che lei fosse per me, e quello che con ogni probabilità lei non vuole essere e non sarà per me (bella 'sta frase, proprio da Charlie Brown alle prese con la solita ragazzina coi capelli rossi), osservavo i binari di fronte a me, in attesa di vedere spuntare lo stupido treno. Di colpo mi sono sorpreso nel rendermi conto che non sentivo assolutamente freddo, nonostante fosse un quarto a mezzanotte, avevo un sorriso probabilmente idiota stampato in faccia e soprattutto...mi sentivo felice. Una sensazione di felicità più simile a una sorta di pace interiore.

L'ultima volta che ho provato questo tipo di sensazione ero nel mio solito paese del Trentino, con due tra i miei più cari amici al fianco e una buona birra fresca tra le mani. Avevo appena dato il bacio della buona notte alla ragazza con cui mi ero messo insieme non più di mezz'ora prima.
Ricordo che ero un po' confuso, e pure infastidito dalle congratulazioni degli amici, che da bravi maschietti esultavano per il 'risultato' da me raggiunto. Quando mi han chiesto come mi sentivo, tutto quello che ero riuscito a spiccicare era (con il solito sorriso idiota stampato sulla fronte) : "Mi sento bene...".
Era un anno che non mi sentivo bene così.
Speriamo che duri. Ragazzina coi capelli rossi o meno.


...She's happy as can be, you know, she said so ,
I'm in love with her and I feel fine...

PS : domanda da 100 milioni di euri. Ma sono io che sto leggendo la mia vita attraverso le canzoni dei Beatles, o sono le canzoni dei Beatles che stanno guidando la mia vita?

27.12.04

Mother nature's son

Approfittando biecamente della riapertura degli uffici universitari in queste fredde giornate di fine anno (e del fatto che ovviamente non c'è nessuno e perciò non c'è neanche niente da fare) ho finito di battere al computer il primo bloc notes di un' indagine etnografica sulle tradizioni e sulle usanze degli abitanti del paese del Trentino ove trascorro da sempre le mie vacanze, estive ed invernali. Per spirito di amicizia, e anche perchè in fondo mi sento anche io uno di loro (al punto che ormai capisco quasi alla perfezione, pur senza saperlo parlare granchè, il dialetto locale) ho acconsentito a compiere questa opera di trascrizione nella speranza che questi bloc-notes si trasformino in un libro, che vuol essere un omaggio e una testimonianza resa alle persone semplici e comuni che hanno abitato e abitano tuttora la valle.
Sono molto legato a quel posto. Oltre al fatto che lì ho gli amici più cari e alcuni dei ricordi più belli della mia vita arrivano proprio da lì, amo fare lunghe passeggiate nei boschi e tra le montagne, e quando, come in questo periodo, vado a fare su il Capodanno, ne approfitto per fare un poco di sci di fondo. E proprio uno dei ricordi più vividi degli ultimi anni è legato a questo sport, molto faticoso, ma per me rilassante e che permette di fare attività fisica all'aria aperta, immersi nella natura. Qualche anno fa, credo nel dicembre 2000, mi sono recato allo splendido centro fondistico del paese di Vermiglio, un gruppo di case adagiate su un costone delle montagne sulla strada che porta al Passo del Tonale. Dal paese è possibile, in dieci minuti a piedi, raggiungere la conca sottostante, in località Velon, un pianoro che emerge dai boschi circostanti. Con l'incoscienza che ha sempre caratterizzato il sottoscritto e i suoi sciagurati amici, di cui avrò occasione di parlare in seguito, (era la terza volta in vita mia che avevo ai miei piedi gli sci da fondo, e non è che gli altri fossero molto più esperti), anziche percorrere l'anello che attraversa la conca ci siamo lanciati sull'unica pista nera, che attraversa in diagonale l'anello e poi inizia ad arrampicarsi sul costone opposto al paese, con una pendenza quantomeno preoccupante. La pista non era molto battuta, per cui ci siamo trovati, arrancando faticosamente, immersi tra i boschi imbiancati e muti, mentre dal cielo iniziava a scendere altra neve. Mi guardavo intorno, mentre continuavo la non facile ascesa, e mi godevo il silenzio, rotto solo dal nostro strascicare gli sci sulla neve, e l'odore del sottobosco, e i fiocchi lenti e maestosi che cadevano tutto intorno... e provavo una invidiabile sensazione di pace interiore...
Uno dei motivi per cui continuo a tornare laggiù, tra i monti del Trentino, è che ogni volta riesco a godermi alcuni istanti di pace e di serenità che qui non riuscirei forse ad avere. E il piacere e la gioia di trascorrere del tempo all'aria aperta, beandomi del sole, della vista delle montagne, dei suoni melodiosi di un torrentello che scorre tranquillo in un pascolo ad alta quota sono per me tra le cose più belle che si può sperare di avere dalla vita.


...Sit beside a mountain stream
See the waters rise
Listen to the pretty sound of music
As she flies....

26.12.04

Tomorrow never knows

Un altro Natale è passato, seguito a ruota dall'inevitabile S.Stefano, nonchè dai soliti pasti luculliani e trimalcionici che lasciano nel mio stomaco, e per fortuna non anche nel mio carattere, una certa acidità. Ora mi attendono tre giorni di lavoro, poi partirò per quattro giorni di montagna tra gli amici di sempre.
In questi giorni mi ha tenuto compagnia la musica e le parole dei Beatles, come non mai in questo ultimo periodo. Mi sono regalato Otto anni ad Abbey Road, una sorta di 'bibbia' delle registrazioni compiute in quegli anni mitici. E adesso mi sto trastullando con l'idea di imparare a stimpellare una chitarra, ma soprattutto ho una voglia folle di sdraiarmi per terra a gorgheggiare, cantando in un microfono schermato da un imbuto, parole incomprensibili che sovrainciderò, a velocità doppia del normale e al contrario, sulla mia prossima composizione... naturalmente non posso fare tutto questo da solo...mi serve...a little help from my friends. Oltre,beninteso, a massicce dosi di LSD.
Ma chissà che non lo faccia, prima o poi.
In fondo, domani è un altro giorno.

...

Pardon, mi correggo.

...

In fondo, il domani non si sa mai. ;)


...But listen to the color of your dreams
It is not living, it is not living
Or play the game existence to the end
Of the beginning,of the beginning....

14.12.04

Day tripper

Mi piace viaggiare. Vedere posti nuovi, abbandonare la realtà in cui vivo anche solo per poche ore... se avessi abbastanza soldi (e tempo) viaggerei praticamente sempre.
Sono sempre stato un abitudinario, anche per quanto riguarda le vacanze. Da una vita sempre nello stesso posto, estate e inverno. Ma da qualche anno ho scoperto il piacere di vedere anche posti nuovi.
Sono anche appassionato di ferrovie. Da piccolo genitori e nonni mi portavano in stazione, o ai passaggi a livello a veder passare i treni...e la cosa mi è 'rimasta' anche in questa non più tenera età.
Ogni tanto, dopo essermi a lungo studiato gli orari ferroviari, parto e mi lancio alla scoperta di linee poco conosciute, o che comunque non ho ancora avuto modo di percorrere. Questo mi porta a inventarmi itinerari complicatissimi che mi vedono sui vagoni dalle sette del mattino alle nove di sera, magari con cinque cambi. Roba che se fossi un pendolare mi suiciderei.
Il bello di questi viaggi è che mi permettono di 'staccare' e non pensare a niente. Il treno corre lungo la via ferrata, mentre io osservo il paesaggio che mi si presenta al finestrino. Niente preoccupazioni, solo la muta ed assorta contemplazione di ciò che mi circonda. Anche perchè spesso mi trovo davanti panorami mozzafiato o che comunque colpiscono, come quando mi sono trovato ad attraversare una zona di risaie in piena estate, con il treno 'sospeso' sulle acque. Una situazione 'irreale'. Naturalmente non avevo macchina fotografica al seguito... (ed ecco allora che prendo 'a prestito' questo link).
Poi, quando sarò ricco sfondato grazie ai miliardi ricavati dalla mia attività di rockettaro, potrò permettermi più spesso anche viaggi più lunghi.

...she was a day tripper
Sunday driver, yeah,
It took me so long to find out
And I found out...




13.12.04

Savoy truffle

Le rutilanti luci delle luminarie alessandrine fendono il velario della nera notte, ricordando a tutti che è di nuovo la stagione delle feste. E come in ogni stagione delle feste che si rispetti, le case di tutti si riempiono di invitanti cestini grondanti succulente leccornie che assai gradevoli al palato risultano.
Panettoni, pandori, baci di dama, dolcetti di ogni genere agghindano graziosamente le nostre tavole dopo i lauti pranzi e le trimalcioniche cene di queste epoche, e giungono attesi e graditi a chiudere il cerchio e anche l'ultimo buco nello stomaco, preparando il corpo e lo spirito a terrificanti pennichelle pomeridiane.
L'altro ieri, ad esempio, ho avuto occasione di aprire (e portare molto vicino alla fine) una scatola di biscotti danesi. Le classiche scatole tonde di latta contenenti i mitici e butirrosi biscottini danesi.
Bene, starò invecchiando ma non mi hanno fatto impazzire. Non è ancora spento in me e nel mio fegato l'eco (e soprattutto non si è ancora sciolto il burro) dei mitici shortbread che ho avuto modo di gustare in Scozia l'estate scorsa, per cui ho dovuto giocoforza fare un confronto. L'esito di tale tenzone mi ha in parte sorpreso...a confronto dei letali shortbread delle Highlands, i vichinghi butter cookies sembrano i biscotti della salute che mia nonna si ostina tuttora a pucciare nel tè ogni mattina e che sin dalla più tenera età suscitavano il mio ribrezzo.
Bene. Ora sapete anche che cosa regalarmi a Natale. E quando mi avrete fatto questo regalo, vi ringrazierò con un sonoro burp di soddisfazione.

...Creme tangerine and montelimar
A ginger sling with a pineapple heart
Coffee dessert, yes you know it's Good News
But you'll have to have them all pulled out
After the Savoy Truffle...

9.12.04

Good morning good morning

Scansati fratello! E' in arrivo un altro giorno... (Sally Brown).

Mai parole furono più azzeccate. Ci sono mattine in cui vorresti essere da tutt'altra parte, e invece ti devi fare coraggio, levarti le coperte di dosso e andare a scuola/al lavoro/dal dentista, comunque a fare cose che vorresti rimandare a mai più. Proprio come oggi.

Apri gli occhi, guardi l'orologio, pensi 'sto al caldo ancora cinque minuti' anche se sai che prima ti alzi e meglio è. C'è da portare fuori il cane, lavarsivestirsifarcolazione, andare in ufficio dove una mole di documenti più o meno importanti aspetta di essere evasa. Inoltre sai che l'imprevisto è sempre in agguato e quindi può sempre entrare il 'capo' e rifilarti qualche compito sgradevole (a proposito, dove si comprano quei 'cosi' che servono a regolare il flusso nei rubinetti in modo da non schizzarsi ogni volta che si cerca di lavarsi le mani?).

E intanto continua il solito tran-tran, le vacanze si avvicinano ma sono ancora dannatamente lontane, e probabilmente non riusciranno a levare la stanchezza profonda che mi attanaglia. (ma in questo periodo la stanchezza mi circonda e mi preme con forza, quindi sarebbe più corretto dire che mi attenaglia.)

[spazio per risate preregistrate da sit-com americana]

E dopo questo angolo di umorismo, interrompo la micro-pausa per andarmene a bere un rapido caffè e tornare a soffocare nelle mie scartoffie.

...Nothing is changed, it' s still the same,
I've got nothing to say, but it's OK
(Good morning, good morning, good morning!)...

8.12.04

Blue Jay Way

L'argomento di oggi ruota (stancamente) intorno a un difficile quesito : si può scrivere qualcosa sulla noia senza essere a propria volta noiosi?
Oggi è giorno di festa, e dopo aver mangiato e bevuto come un bue (riso 'nero', fagiani arrosto & grignolino) ho deciso di agire in controtendenza al solito. Cioè ho preso un caffè e ho deciso di non buttarmi sul letto a dormire. Risultato : è dalle due che sto ciondolando avanti e indietro senza concludere niente di buono e senza divertirmi, maledicendomi per l'infelice scelta. Leggiucchio qualcosa, faccio due partitine a PES 3 (rigorosamente perse), ed eccomi qua a cercare ispirazione e soprattutto qualcosa da fare. In sottofondo le canzoni del piacevole (ma in alcune parti stucchevole e con una produzione 'spectoriana') album All things must pass di George Harrison. Lo ascolto distrattamente, e salto a piè pari le canzoni che potrebbero acuire la mia noia.
Capitano a volte giornate come queste. Il tempo non invita a fare una passeggiata, si viene presi da un generale senso di insofferenza verso il mondo , la voglia di evadere da un pomeriggio che pare eterno.
Ma è possibile che si debba per forza fare qualcosa per non annoiarsi? Io personalmente non sono capace di starmene fermo a far niente, e quindi soffro particolarmente giornate come queste. L'unica mia certezza è che la filosofia di Caparezza non fa per me...

Rileggo queste poche righe e cerco di tirare le fila del mio discorso. Allora, è possibile scrivere qualcosa sulla noia senza essere a propria volta noiosi?

A giudicare da quello che ho scritto, direi proprio di no.


...Now it's past my bed I know
And I'd really like to go
Soon will be the break of day
Sitting here in Blue Jay Way...

4.12.04

Dig a pony

Segnatevi questo titolo, o voi che leggete. E' il titolo di una canzone registrata nel 1969 da quattro tipi con i capelli lunghi i cui nomi erano noti in tutto il mondo, e cantata in un gelido giorno di novembre dello stesso anno nel corso di un concerto per pochi intimi tenuto sul tetto di una casa discografica londinese. Non è forse il pezzo migliore della carriera di questi quattro sciamannati, ma è comunque gradevole all'udito e scivola via lasciando un piacevole ricordo, un po' come l'ultima golata di una birra fresca a conclusione di una piacevole serata tra amici.
Un giorno, spero non lontano, in qualche posto nei dintorni, un gruppo di ragazzi più o meno attempati salirà su un palcoscenico. Uno del gruppo si avvicinerà titubante al microfono, si schiarirà la voce rotta dall'emozione e inviterà il pubblico, nella melodiosa lingua di Albione, a sedersi e a lasciare che la serata cominci.
Quindi si volterà verso la batteria che troneggerà alle sue spalle, guarderà brevemente negli occhi i suoi compagni di avventura e, dopo un breve one-two-three inizierà a cantare proprio questa canzone il cui titolo dà l'avvio a questo post.
Quando tutto questo avverrà, saprete che l'Uomo Inesistente avrà finalmente coronato uno dei sogni della sua vita, portando a termine almeno uno dei suoi nowhere plans for nobody.
E sarà sempre in debito con chi gli avrà permesso di arrivare fino a quel momento.


I dig a pony
Well you can celebrate anything you want
Yes you can celebrate anything you want
Ooh...

2.12.04

Paperback writer

Tutti noi, almeno credo, hanno, in una fase della loro vita, pensato di scrivere un romanzo, o comunque un'opera letteraria, magari con un 'attacco' indimenticabile, un po' come il famoso 'Era una notte buia e tempestosa' di Snoopy. Io personalmente, nel corso della mia modesta e sonnacchiosa esistenza, ho iniziato almeno due o tre romanzi, un poema epico, una parodia dei Promessi Sposi, un paio di diari di viaggio, una raccolta di aneddoti relativi alla mia compagnia della montagna e una trentina circa di poesie di varia...metratura, dagli endecasillabi sciolti al verso libero. Ah, e naturalmente ho anche provato a scrivere qualche canzone (rigorosamente in inglese, perchè in italiano mi verrebbero ancora più schifose). Di questa mole di carta, poco rimane. La gran parte è stata data alle fiamme, quello che resta è gelosamente conservato in un documento elettronico, e lì rimarrà vita natural durante.
Questi 'fallimenti', ancora una volta, mostrano come la mia proverbiale incostanza abbia avuto il sopravvento sulla mia flebile forza di volontà . . .
Spero solo di non dover essere costretto, in un futuro lontano, a fare come Bastian ne La storia infinita** (il romanzo, non il film). Altrimenti . . . sono in guai seri. Anche se tutto sommato potrebbe essere un contrappasso 'piacevole'.

Un'ultima considerazione su questo spazio informatico...nelle mie intenzioni questo blog dovrebbe essere una sorta di Zibaldone leopardiano (sono un ragazzotto di poche pretese) riadattato ai tempi di oggi. Niente carta, cioè, ma solo bit che viaggiano per l'etere spandendo atomi della mia stupidità e della mia follia per la Rete. Un po' come, restando in ambito Peanuts, quando Lucy inizia a scrivere una biografia su Beethoven, trasformando i frequenti mali di stomaco di cui il grande compositore soffriva in un più "moderno" gomito del tennista.


...Dear sir or madam, will you read my book
It took me years to write, will you take a look?...

**Per chi non fosse interessato a leggere il libro (che personalmente consiglio, anche se il genere fantasy può non piacere a tutti), spiego brevemente qual è la 'penitenza' che Bastiano deve scontare. Per uscire da Fantàsia, il giovanotto deve portare a termine tutte le storie che ha creato, ma il libro è zeppo di frasi che recitano 'Ma questa è un'altra storia, e la si dovrà raccontare un'altra volta'. E tutte queste ulteriori storie sono in un certo senso una 'sua' creazione, in quanto sono generate dalle sue azioni, dalle sue parole o anche dalla sua mera presenza nel racconto. Un po' come se doveste scrivere una biografia di tutti i vostri amici che avete incontrato nella vostra vita, e contemporaneamente, anche la biografia di tutte le persone che ciascuno dei vostri amici conosce oltre a voi, e così via.

Wait

Non mi ricordo dove l'ho letto, o dove l'ho sentito, ma nella Russia di qualche tempo fa (forse addirittura quella zarista) le code negli uffici pubblici, segnatamente alle Poste, erano interminabili. La gente doveva attendere ore ed ore in coda il proprio turno. Così negli uffici approntavano delle file di sedie appoggiate alle pareti, e chi doveva attendere il proprio turno poteva starsene lì, senza essere 'scavalcato' (cosa che in Italia capiterebbe immediatamente).E le vecchiette si portavano i gomitoli e facevano la calzetta mentre erano in paziente attesa. Aspettavano, senza protestare...
L'aneddoto sulle code bolsceviche era solo un pretesto per una banale riflessione. Il mondo di oggi è veloce, maledettamente veloce. Chi è di natura 'lento' ,flemmatico,più incline alla riflessione,è destinato a soccombere, a meno di cambiare registro...possibilmente in fretta.
Tuttavia, pur preso come tutti nel gorgo della frenetica vita moderna, cerco nel mio piccolo di 'rallentare' ogni tanto il ritmo. E sogno di crearmi un 'eremo' in uno di quei posti dove il tempo sembra essersi fermato. Se vi capita di passare, durante le vostre vacanze, da Ponte di Legno (BS), prendete la statale per il Passo Gavia. A un certo punto, dopo l'abitato di Pezzo, si può raggiungere il paesino di Case di Viso. Non troverete altro che un pugno di baite adagiate nei pressi di un torrente di montagna in un pianoro verde. Sembra un villaggio fantasma, n0n troverete neanche un cavo della luce a 'deturpare' il panorama...se non credete che posti del genere esistano ancora...leggetevi questo articolo e stupite...
La pace, il silenzio che si...respirano sono veramente difficili da descrivere. Sono stato a Case di Viso solo una volta, almeno dieci anni fa e devo dire che sono rimasto colpito dalla scena quasi irreale. Ricordo solo il rombo del torrente e ricordo anche che avevo quasi...timore di turbare la quiete parlando anche a voce normale. Ma è lì che ho avuto, forse per la prima volta, questo desiderio di un 'rifugio' in cui rinchiudermi a leggere, a riposare, più semplicemente a pensare. Magari a scrivere il romanzo che mi darà il successo mondiale. Anzi, il romanzo che venderà poche copie. Perchè altrimenti torme di giornalisti e fans in delirio mi verrebbero a cercare anche lì.

Concludo con un'altra riflessione dettata da quanto ho scritto e rimuginato quest'oggi.
A volte penso che la civiltà 'occidentale' sia veramente una civiltà di barbari.A differenza delle antiche civiltà dell'Oriente, che sapevano apprezzare il valore del tempo, senza farsi travolgere dalla frenesia. Ne volete la prova?
In Cina la gente si siede sulle rive del fiume e aspetta. Magari che passi il cadavere del proprio nemico.
Da noi, al massimo, ci si preoccupa di trasformare prima possibile il nemico in un cadavere ed (eventualmente) di gettarlo nel fiume.
Molto più efficace e sbrigativo, non trovate? Perchè perdere tempo a di sedersi sulla riva del fiume ed aspettarlo?

...And if your heart's strong
Hold on, I won’t delay
Wait, till I come back tp your side...