4.12.04

Dig a pony

Segnatevi questo titolo, o voi che leggete. E' il titolo di una canzone registrata nel 1969 da quattro tipi con i capelli lunghi i cui nomi erano noti in tutto il mondo, e cantata in un gelido giorno di novembre dello stesso anno nel corso di un concerto per pochi intimi tenuto sul tetto di una casa discografica londinese. Non è forse il pezzo migliore della carriera di questi quattro sciamannati, ma è comunque gradevole all'udito e scivola via lasciando un piacevole ricordo, un po' come l'ultima golata di una birra fresca a conclusione di una piacevole serata tra amici.
Un giorno, spero non lontano, in qualche posto nei dintorni, un gruppo di ragazzi più o meno attempati salirà su un palcoscenico. Uno del gruppo si avvicinerà titubante al microfono, si schiarirà la voce rotta dall'emozione e inviterà il pubblico, nella melodiosa lingua di Albione, a sedersi e a lasciare che la serata cominci.
Quindi si volterà verso la batteria che troneggerà alle sue spalle, guarderà brevemente negli occhi i suoi compagni di avventura e, dopo un breve one-two-three inizierà a cantare proprio questa canzone il cui titolo dà l'avvio a questo post.
Quando tutto questo avverrà, saprete che l'Uomo Inesistente avrà finalmente coronato uno dei sogni della sua vita, portando a termine almeno uno dei suoi nowhere plans for nobody.
E sarà sempre in debito con chi gli avrà permesso di arrivare fino a quel momento.


I dig a pony
Well you can celebrate anything you want
Yes you can celebrate anything you want
Ooh...