Mother nature's son
Approfittando biecamente della riapertura degli uffici universitari in queste fredde giornate di fine anno (e del fatto che ovviamente non c'è nessuno e perciò non c'è neanche niente da fare) ho finito di battere al computer il primo bloc notes di un' indagine etnografica sulle tradizioni e sulle usanze degli abitanti del paese del Trentino ove trascorro da sempre le mie vacanze, estive ed invernali. Per spirito di amicizia, e anche perchè in fondo mi sento anche io uno di loro (al punto che ormai capisco quasi alla perfezione, pur senza saperlo parlare granchè, il dialetto locale) ho acconsentito a compiere questa opera di trascrizione nella speranza che questi bloc-notes si trasformino in un libro, che vuol essere un omaggio e una testimonianza resa alle persone semplici e comuni che hanno abitato e abitano tuttora la valle.
Sono molto legato a quel posto. Oltre al fatto che lì ho gli amici più cari e alcuni dei ricordi più belli della mia vita arrivano proprio da lì, amo fare lunghe passeggiate nei boschi e tra le montagne, e quando, come in questo periodo, vado a fare su il Capodanno, ne approfitto per fare un poco di sci di fondo. E proprio uno dei ricordi più vividi degli ultimi anni è legato a questo sport, molto faticoso, ma per me rilassante e che permette di fare attività fisica all'aria aperta, immersi nella natura. Qualche anno fa, credo nel dicembre 2000, mi sono recato allo splendido centro fondistico del paese di Vermiglio, un gruppo di case adagiate su un costone delle montagne sulla strada che porta al Passo del Tonale. Dal paese è possibile, in dieci minuti a piedi, raggiungere la conca sottostante, in località Velon, un pianoro che emerge dai boschi circostanti. Con l'incoscienza che ha sempre caratterizzato il sottoscritto e i suoi sciagurati amici, di cui avrò occasione di parlare in seguito, (era la terza volta in vita mia che avevo ai miei piedi gli sci da fondo, e non è che gli altri fossero molto più esperti), anziche percorrere l'anello che attraversa la conca ci siamo lanciati sull'unica pista nera, che attraversa in diagonale l'anello e poi inizia ad arrampicarsi sul costone opposto al paese, con una pendenza quantomeno preoccupante. La pista non era molto battuta, per cui ci siamo trovati, arrancando faticosamente, immersi tra i boschi imbiancati e muti, mentre dal cielo iniziava a scendere altra neve. Mi guardavo intorno, mentre continuavo la non facile ascesa, e mi godevo il silenzio, rotto solo dal nostro strascicare gli sci sulla neve, e l'odore del sottobosco, e i fiocchi lenti e maestosi che cadevano tutto intorno... e provavo una invidiabile sensazione di pace interiore...
Uno dei motivi per cui continuo a tornare laggiù, tra i monti del Trentino, è che ogni volta riesco a godermi alcuni istanti di pace e di serenità che qui non riuscirei forse ad avere. E il piacere e la gioia di trascorrere del tempo all'aria aperta, beandomi del sole, della vista delle montagne, dei suoni melodiosi di un torrentello che scorre tranquillo in un pascolo ad alta quota sono per me tra le cose più belle che si può sperare di avere dalla vita.
...Sit beside a mountain stream
See the waters rise
Listen to the pretty sound of music
As she flies....
Sono molto legato a quel posto. Oltre al fatto che lì ho gli amici più cari e alcuni dei ricordi più belli della mia vita arrivano proprio da lì, amo fare lunghe passeggiate nei boschi e tra le montagne, e quando, come in questo periodo, vado a fare su il Capodanno, ne approfitto per fare un poco di sci di fondo. E proprio uno dei ricordi più vividi degli ultimi anni è legato a questo sport, molto faticoso, ma per me rilassante e che permette di fare attività fisica all'aria aperta, immersi nella natura. Qualche anno fa, credo nel dicembre 2000, mi sono recato allo splendido centro fondistico del paese di Vermiglio, un gruppo di case adagiate su un costone delle montagne sulla strada che porta al Passo del Tonale. Dal paese è possibile, in dieci minuti a piedi, raggiungere la conca sottostante, in località Velon, un pianoro che emerge dai boschi circostanti. Con l'incoscienza che ha sempre caratterizzato il sottoscritto e i suoi sciagurati amici, di cui avrò occasione di parlare in seguito, (era la terza volta in vita mia che avevo ai miei piedi gli sci da fondo, e non è che gli altri fossero molto più esperti), anziche percorrere l'anello che attraversa la conca ci siamo lanciati sull'unica pista nera, che attraversa in diagonale l'anello e poi inizia ad arrampicarsi sul costone opposto al paese, con una pendenza quantomeno preoccupante. La pista non era molto battuta, per cui ci siamo trovati, arrancando faticosamente, immersi tra i boschi imbiancati e muti, mentre dal cielo iniziava a scendere altra neve. Mi guardavo intorno, mentre continuavo la non facile ascesa, e mi godevo il silenzio, rotto solo dal nostro strascicare gli sci sulla neve, e l'odore del sottobosco, e i fiocchi lenti e maestosi che cadevano tutto intorno... e provavo una invidiabile sensazione di pace interiore...
Uno dei motivi per cui continuo a tornare laggiù, tra i monti del Trentino, è che ogni volta riesco a godermi alcuni istanti di pace e di serenità che qui non riuscirei forse ad avere. E il piacere e la gioia di trascorrere del tempo all'aria aperta, beandomi del sole, della vista delle montagne, dei suoni melodiosi di un torrentello che scorre tranquillo in un pascolo ad alta quota sono per me tra le cose più belle che si può sperare di avere dalla vita.
...Sit beside a mountain stream
See the waters rise
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As she flies....
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