19.4.05

Magical mistery tour (27-10-98)

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La Croisette

Sono le 8.00 circa, e inizia uno dei rituali della vacanza : il segnale orario interno di Giulio, non molto fine ma preciso come un orologio svizzero. Una capatina in bagno (tutti e cinque, nonostante come già detto si sia pagato per tre) e due tiri a pallone seguiti da una buona colazione. Alle 10.40, pagato il dovuto, la sbarra del campeggio si alza, dischiudendoci nuovi orizzonti. Si decide all'unanimità di fregarsene della tabella di marcia (peraltro dimenticata a casa) che prevedeva una tirata unica sino a Barcellona, e si dirige il mezzo verso Cannes, alla ricerca di un parcheggio. Trovato a fatica, dopo che Giulio si è esibito in almeno tre inversioni a U su strade a tre corsie per senso di marcia (1) , e mentre Emanuele ha perso almeno otto partite a scala quaranta con Mirko. Finalmente si scende dal camper e ci si dirige sulla Croisette, la celeberrima passeggiata a mare, luogo di ritrovo dei VIP dello spettacolo durante il Festival del cinema. Dopo essersi fatti due grignade alle spalle di una obesa e non più giovanissima signora che esibisce un topless poco decoroso, Ema comincia il suo servizio fotografico, immortalando tra l'ilarità dei passanti una avvenente fanciulla che, sempre in topless, si crogiuola al caldo sole della Cote d'Azur. Infine Katia adocchia un passante, al quale cerca di consegnare la macchina fotografica perchè tutti e cinque possiamo apparire in foto con la Croisette sullo sfondo, ma questo la evita manco si trattasse di un'appestata. Fortunatamente un distinto signore ci viene in soccorso poco dopo. A questo punto facciamo un giro al porto, gremito di barche e yacht dalle dimensioni (e dal costo) spropositate, battenti le più disparate (e sconosciute) bandiere.
Il camping di venerdì 13
Verso le 13.20 si parte in direzione Barcellona, che non riusciremo però a raggiungere a causa del tempo perso fino ad ora. Il viaggio non segnala eventi degni di nota, se escludiamo una bevuta rituale (tequila bum bum alle quattro del pomeriggio). Riusciamo comunque (cioè nonostate la tequila) ad arrivare quasi al confine con la Spagna, e precisamente nei pressi di Perpignan, in una località evidentemente rinomata, dal momento che l'ufficio turistico del paese ci consegna una cartina indicante almeno una sessantina di campeggi. Data la stagione, però, quasi tutti sono chiusi, eccetto uno, abbastanza centrale a dire il vero. Trattasi dell'ormai famigerato Front du mer, campeggio a due stelle, pressochè deserto, mal tenuto, sporco, privo delle più essenziali comodità, come l'acqua calda e gli attacchi per rifornire di energia elettrica il camper (la cui batteria comincia a dare preoccupanti segnali). Una capatina nei bagni, senza luce e coperti di foglie secche, è sufficiente a risvegliare sensazioni da film horror. Se da uno dei cessi spuntasse un inserviente dallo sguardo alla Shining armato di motosega in fondo non sarebbe neanche una grande sorpresa (2). Per scacciare la paura, ci rinchiudiamo nel camper e ci facciamo una pasta al pesto bella zozza, come piace a Davide.
Usciamo poi alla ricerca di un pub nella cittadina deserta e spazzata dal vento (e i timori aumentano). Finalmente lo troviamo, ma è un baretto tristissimo. Pareti bianche e anonime, ravvivate solo da un paio di sciarpe di squadre che hanno partecipato a Francia 98. C'erano anche, almeno sino a che siamo stati lì, due posacenere della Carlsberg. Poi sono spariti.Boh. Usciti leggermente disgustati dal pub, dopo una birretta veloce, siamo attratti dall'insegna di un negozio di tatuaggi, in legno intagliato, dipinta in colori accesi e recante la scritta Skifart. Pochi minuti dopo, nel bagno del nostro camper non si riesce più a entrare, neanche per lavarsi le mani. Una tavola di legno intagliato ne ostruisce infatti l'ingresso.Un altro mistero...
Ci chiudiamo a chiave nel camper, casomai l'inserviente con motosega pensasse di assalirci nella notte, e dopo qualche chiaccherata, interrotta al minimo rumore sospetto, finalmente ci addormentiamo (3).
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(1) Uno dei risultati più eclatanti di tali inversioni a U è da riscontrarsi nel fatto che uno degli sportelli dei mobili posti sui lati del camper, per la precisione quello che contiene i piatti e le posate, e che ovviamente è quello con il magnete non funzionante, si apre di colpo, scagliando così con una certa pericolosità coltelli e forchette sui passeggeri seduti ai divanetti del tavolo da pranzo.
(2) Anche per questo motivo, qualcuno di noi, il cui nome non faremo per non esporla al pubblico ludibrio, decide di concimare l'aiuola che ospita il nostro camper.
(3) Cambia la disposizione per la notte.Mirko e Katia restano nel nido, Giulio prende il mio posto al piano superiore del letto a castello, Davide resta sotto (e di notte si beccherà le caccole che , giunte ormai alla maturazione, gli cadranno addosso, del Giulio). Io passo al...sarcofago. Ovvero al tavolo da pranzo ricoperto dalle valigie, il che significa immobilità totale ed esposizione agli spifferi che arrivano dal finestrino al mio fianco. Inoltre Katia utilizzerà da ora in poi la mia testa come appoggio per scendere dal letto alla mattina.

8.4.05

Magical Mistery Tour (26-10-98)

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Viaggi del Sogno

E via con il gran giorno! Mentre Katia è impegnata con l'esame, Davide è all' università ed Ema finisce di preparare le valigie, Giulio e Mirko ritirano il camper da loro affittato presso l'agenzia 'Viaggi del Sogno'. Intorno alle 13 Ema e Davide si ritrovano a Genova, mentre gli altri sono da poco in viaggio. (1)
Consumato un rapido pranzo a base di succulenti pansotti in salsa di noci, in compagnia dell'amica comune Chiara, Davide e io ci scambiamo le ultime notizie, mentre l'ingresso di casa sua è ostruito da borse, borsoni, sacchi a pelo ed altre amenità, compresi una bottiglia di tequila e due bicchierini...presi appositamente, in modo da avere qualcosa con cui festeggiare la partenza non appena riuniti nel camper.
All'insaputa dei due trepidanti amici, appena partiti da Trento gli altri tre hanno rischiato di perdere tutta la parte alta del mezzo, poichè stavano per imboccare in modo deciso un sottopasso la cui altezza massima consentita era inferiore a quella del camper di un buon mezzo metro.
Dopo avere fatto acquisti essenziali (patatine, pop-corn e l'immancabile barilotto di birra da 5 litri), Davide ed Ema si ritrovano al casello di Genova Voltri all'ora stabilita, uscendo dalla barriera e guardandosi intorno alla ricerca del faraonico camper che, stando all'ultima comunicazione telefonica, ci attende nel parcheggio attiguo. Una sorta di scatola di sardine su quattro ruote, dall'aspetto vecchiotto e malandato, ci si para dinanzi. Non può essere quello, certamente. Eppure la persona che si sbraccia a salutarci assomiglia curiosamente a Giulio. Guarda te che coincidenza! Ma è proprio uguale, incredibile! E quei due che scendono, non ci crederete mai, la copia di Katia e Mirko! (...)
Scarichiamo l'enorme bagaglio che ci siamo portati dietro, lo confrontiamo con il camperino che ci troviamo dinanzi e capiamo immediatamente che lo spazio all'interno si ridurrà rapidamente a zero. Una sbirciata all'interno, e il lo sconfortato commento, ormai passato alla storia, di Davide : "No, ma...è tutto qui?"
Si parte, dopo avere esaurito i convenevoli, alle 17.15 circa. La temperatura è gradevole, il tramonto ormai incomve sulla romantica distesa d'acqua del Mar ligure, il camper è gremito ben oltre il limite della capienza. Nessuno, nell'euforia del momento, nota il segno della croce che Emanuele, a mò di scongiuro, si fa al momento dell'accensione del motore.
Aggiornate sul libro mastro le spese compiute da ognuno per la creazione di una scorta di viveri accettabile, e provveduto alla realizzazione di una cassa comune stipata nel portacenere, l'attenzione si sposta sul tragitto da percorrere e sulla luce del bagno. Riguardo al tragitto, nessuno di noi ha portato, credendo che lo avrebbero fatto gli altri, la stampata del tragitto calcolato al computer. La luce del bagno, accesasi durante una prima visita al medesimo da parte del sottoscritto, rifiuta categoricamente di farlo a partire dalla seconda visita in poi. Salvo misteriosamente riaccendersi giorni dopo, per poi sparire nuovamente e riaccendersi ancora a viaggio concluso. Nel frattempo, si è passato il confine francese. Ben 4 barriere autostradali ci sbarrano il passo tra Ventimiglia e Cannes, estorcendo 200 franchi (i miei) alla compagnia.
Nei pressi di Cannes cerchiamo un campeggio, e lo troviamo in una località di nome Mandelieu, posta a circa 5 chilometri dal più noto centro balneare della Costa Azzurra. Decidiamo subito di giocare al risparmio. Katia e Mirko si nascondono nel nido (ovvero la parte alta del camper, consistente in un materassino da mare da una piazza e mezza che sarà il loro letto) e noi chiediamo ospitalità per la notte per sole tre persone. Il custode del campeggio (credo l'unico campeggio a cinque stelle di tutta la Costa Azzurra), dopo essere stato bruscamente svegliato dal mondo dei sogni (in fondo sono già le 9 di sera!!!), ci estorce altri 200 franchi (sempre i miei, gli ultimi che avevo nel portafoglio) prima di alzare la sbarra. Parcheggiato il mezzo, prepariamo una robusta spaghettata per la cena, innaffiata da un buon vino trentino che abbiamo aperto dopo avere mendicato dalla roulotte attigua un cavatappi. Che nessuno ha pensato di portare.
à Mandelieu? Oh, no no no no no...
Mentre Mirko e Katia decidono di restare nel nido a fare i fidanzatini (quali in effetti sono), noialtri maschietti cerchiamo un autobus che ci porti a Cannes, per godere della rutilante vita notturna sulla Croisette. Ma a fine ottobre, gli autobus per Cannes sono sospesi, anche perchè il gigantesco campeggio è deserto. Solo noi e la roulotte a fianco sfidiamo i rigori di un autunno avanzato in questa parte del mondo. La soluzione alternativa è quella di tentare l'autostop, ma i tentativi, effettuati su una strada a scorrimento veloce nel centro del paese, vanno a vuoto. Anzi, i pochi automobilisti, forse spaventati dal mio giaccone bianco panna, che fa molto maniaco sessuale (o Marcinelle, come subito sentenzia Davide, riferendosi alla recente e triste vicenda del pedofilo belga arrestato per numerosi omicidi), accelerano e cercano di investirci. Cerchiamo allora un pub, ma fermato un ragazzo per strada e chiestogli dove potevamo trovarlo, allarga le braccia sconsolato e dice "A Mandelieu? Oh, no no no no no...". Insomma, nel Sahara c'è più vita. Poi, una visione. Una pizzeria. Sono circa le 23.10. E il proprietario sta giusto appunto per chiuderla. Capito al volo che siamo italiani, provvede ad abbassare la serranda ancora più in fretta.
Torniamo mesti al camper, sperando di rifarci nei giorni seguenti. (2)
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(1) Due eventi 'a margine' : Katia non ha sostenuto l'esame, perchè giunta a Verona e presentatasi all'appello, si è accorta di avere dimenticato il libretto universitario a Trento. Ema, mentre carico come uno sherpa tibetano si recava alla stazione, ha avuto una visione.Fermo a un semaforo, un camper. Enorme. Con una famigliola felice (padre, madre e figlioletto) al suo interno. Tra poche ore anche noi saremo su un camper così, pensavo impaziente ed emozionato.
(2) Disposizione per la notte: Katia e Mirko nel nido,lui rattrappito perchè non ha abbastanza spazio per distendersi, a differenza di lei. Io mi arrampico sul letto a castello sul fondo del camper, con la testa incastrata tra il vetro posteriore (in plastica, da cui entrano preoccupanti spifferi) e la porta del cesso. Giulio è al piano di sotto, con un borsone ai piedi. Davide si accomoda sul tavolo da pranzo, opportunamente trasformato in materasso ai cui estremi stanno le panchette per sedersi. Per inciso, quello era il quinto posto letto. Tutte le valigie e le borse, poichè non c'è altro spazio, gli sono poste ai fianchi, bloccandone ulteriormente i movimenti. La luce giallastra di un lampione entra prepotentemente nel camper, nonostante le tendine. Il minuscolo frigorifero ronza neanche tanto sommessamente. Giulio sta già russando. Come prima giornata, non c'è male.

Magical Mistery Tour (25-10-98)

Inizio qui la trascrizione - riproposizione del diario di viaggio del Cultural Trip 1998.
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Pre - Dedica (25 ottobre 1998)
A Davide, Giulio, Katia e Mirko, per i bei momenti che senz'altro passeremo insieme, perchè ..."comunque vada, sarà un successo".

L'idea del viaggio nasce una sera di agosto del 1997, nel bar dell'albergo, tra un boccone e l'altro della tradizionale pizza di mezzanotte. Durante una interessante discussione tra Ema e Giulio emerge un interesse comune verso una visita della Norvegia. Si prendono così i primi accordi per organizzare, per l'anno successivo, una vacanza di due settimane tra i fiordi con gli altri amici della compagnia. (Voci non confermate sostengono che reale scopo di tale vacanza fosse la pesca ai salmoni, nello specifico quelli appartenenti a una specie di sesso femminile, alta due metri, con capelli biondi e occhi azzurri).
Da quel preciso istante, in realtà, è stata apportata qualche piccola variazione al progetto, al punto che l'unica cosa effettivamente rimasta costante era la decisione che in un periodo imprecisato del 1998 si sarebbe andati con qualcun altro da qualche parte nel mondo, utilizzando un qualche mezzo di trasporto.
A dire il vero, a ventiquattro ore dalla partenza, il sottoscritto non ha ancora capito chi siamo, dove andiamo e che cosa ci portiamo dietro (In fondo, queste sono le stesse domande che gli uomini primitivi si ponevano milioni di anni fa, e alle quali nessuno ha mai saputo dare risposta).
Nonostante queste piccole e fisiologiche disfunzioni, l'organizzazione è stata capillare e impeccabile. Numerose telefonate tra gli organizzatori del viaggio si sono protratte per decine di minuti in teleselezione, esprimendo l'eccitazione e l'impazienza per questo evento epocale, e contemporaneamente rinviando gli accordi su che cosa portare e altre inezie del genere. (1)
Ma ora, mentre trascorro queste ultime ore insonne, e in preda a una agitazione mostruosa, posso annunciare che ce l'abbiamo fatta. Habemus Camper! Habemus Programma di viaggio! Si parte!!!

Nota dell'autore (postuma, circa 23-12-98) : quanto contenuto in questo resoconto è la trascrizione fedele, senza errori od omissioni, dell'intero viaggio noto come 'Cultural Trip', svoltosi dal 26 ottobre all' 11 novembre del 1998 d.c. Nomi, fatti, luoghi e personaggi corrispondono a realtà, e niente è stato nascosto riguardo agli eventi verificatisi. Qualunque opinione o resoconto riguardante il viaggio, pubblicata o riferita in futuro, che si discosti da quanto qui affermato è da considerarsi tendenziosa o dichiaratamente falsa, o comunque detta a scopo di calunnia.

Nota dell'autore (postuma, circa 25-12-98, dopo regolare confessione pre-natalizia) : quanto contenuto nella nota datata 23-12-98 è falso.
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(1) in realtà, qualche atto concreto era stato compiuto. In particolare, sull'onda dell'entusiasmo, avevo installato sul PC di Giulio, nell'albergo che regolarmente due volte all'anno mi vedeva ospite, un programma per la pianificazione del viaggio. Avevamo perciò nel massimo dettaglio le tappe, l'indicazione precisa delle strade da seguire e persino gli avvisi su dove e quando fare benzina.
A quell' epoca (tarda estate 1998) avevamo già scartato nell'ordine la possibilità di a) 2 settimane in norvegia; b) 3 settimane negli U.S.A. ; c) stiamocene a casa che è meglio. Avevamo inoltre affidato a Giulio (ahimè) una quota a testa piuttosto consistente per l'affitto di un camper da 6 posti con il quale intraprendere l'avventura. Deciso infine che avremmo toccato Francia, Spagna, Olanda e Germania, ciascuno di noi si era procurato carte stradali e una certa scorta di valuta straniera, auspicando in cuor suo un rapido avvento dell'unione monetaria europea onde evitare di prendersi, in futuro, mazzate mostruose causa uffici di cambio.

Durante l'anno di preparazione all'Evento, Giulio si era laureato in giurisprudenza con giubilo di parenti e amici, mentre Davide si apprestava a iniziare l'università. Mirko continuava a lavorare nella cucina dell'albergo, tenendosi così in allenamento in modo da farci da mangiare anche durante il viaggio. Katia ed io eravamo intanto da mesi impegnati in una competizione a distanza: 2 bocciature pari, al momento, con il classico esame da professore stronzo: io con Scienza delle finanze II, mentre Katia con il famigerato 'esame dei mongoli', ossia un esame dell'ISEF di Verona a lei particolarmente ostico. Parte della mia tensione derivava dal fatto che proprio il 26 mattina Katia avrebbe tentato per la terza volta il suddetto esame, e in caso di ennesimo fallimento mi sarei trovato costretto a inseguire in questa appassionante sfida. Anche per questo, oltre all'amicizia che ci lega da anni, mi auguravo che ce la facesse.


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5.4.05

Magical Mistery Tour (Intro)

Ho deciso. Rischio l'estradizione e la galera. Ma non ce la faccio più. Ho deciso di uscire allo scoperto.
Pubblico su questo blog il resoconto (quasi) integrale del celeberrimo Cultural Trip 1998. Ossia : cinque pazzi scatenati in giro in camper nell'Europa Occidentale nel tardo autunno.
Capirete così, o cari lettori, che popò di personaggi mi glorio di frequentare allorquando dismetto i panni dell'indefesso (poco inde e molto fesso,in verità) lavoratore e scateno il mio lato oscuro nei periodi di vacanza con gli amici di mille avventure.
I protagonisti di questo mirabolante viaggio sono ormai cinque rispettabilissimi lavoratori. Un avvocato e gestore di un albergo del Trentino (Giulio), sua sorella e suo cognato (Katia & Mirko), co-gestrice dell'hotel e maestra di sci la prima, chef dell'hotel medesimo il secondo, e un neo-laureato e attualmente stagista presso importante finanziaria con sedi in Liguria e nel basso Piemonte (Davide).
All'epoca erano meno rispettabili, e forse questo fatto, unito alla loro giovane età, li rendeva audaci e burloni come non mai.
Dopo alcuni anni di frequentazione assidua costoro decidono di programmare un viaggio in camper attraverso l'Europa, al fine di cementare la già solida amicizia trascorrendo a stretto contatto due settimane.

Ed è ovviamente a loro che dedico la ripubblicazione, a loro che a suo tempo omaggiai con preziose copie a tiratura limitata, del 'diario di bordo'. Ripubblicazione che vedrà alcuni commenti personali, o ulteriori inserti evidenziati da un carattere differente, al fine di rendere esplicita la differenza tra l'originale e la...nuova edizione.

...(Roll up) And that's an invitation
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(Roll up) To make a reservation
(Roll up for the mistery tour)...

Birthday

E sono 29. Sto invecchiando. La pinguedine sulla mia epa si sta accentuando sempre più. Troppe birre. Faccio dei pisolini al pomeriggio del sabato e della domenica, come mia nonna. Insomma, un quadro da far rizzare i capelli. Se ne avessi. Altro che festeggiare...Vuoi mettere in confronto ai compleanni trascorsi quando ero bambino?

Quando ero piccolo attendevo con ansia i regali della mia famiglia per il mio genetliaco. All'età di nove anni avevo chiesto che mi regalassero il mitico Castello di Grayskull dei Masters. 45.000 lire dell'epoca, mica noccioline. Sognavo di farci le epiche battaglie tra He-Man e Skeletor per la conquista della Spada del Potere.
Esattamente 20 anni fa mi sono svegliato nella luce incerta del mattino. Erano quasi le 7, e presto mia mamma mi avrebbe svegliato perchè dovevo andare a scuola. Ma in quella luce incerta, sulla scrivania,ho visto un pacco enorme. Il mio regalo di compleanno E nel più completo silenzio ho cercato, senza aprirlo nè fare rumore, di metterlo in controluce in modo da intravvedere la scatola. Era lui, il tanto desiderato castello!!!

La cosa peggiore è stata quella di non poterlo aprire e doversi alzare per sorbire quattro ore di lezioni di quarta elementare. Probabilmente la maestra ci avrà fatto leggere qualcosa dal libro di lettura. Avremo studiato la Basilicata o il Molise. Oppure qualche regola aritmetica. Qualche cosa che ovviamente, preso dalla bramosia di tornare a casa per giocare, non ho neanche ascoltato.

Probabilmente mi sono perso l'unica lezione su cui poggiano tutta la matematica delle superiori e la geometria euclidea. Ed ecco, forse, perchè mi sono sempre sentito come...spaesato davanti alla matematica. Come se dovessi di colpo trovarmi a giocare contro Kasparov quando l'unica scacchiera che conosco è quella che viene sventolata alla fine di un Moto GP.

Pazienza. I numeri non sono tutto.
Ma sanno essere impietosi, a volte.
Mi avvio così verso la fine del mio sesto lustro di vita.
Oppure : Sono esattamente 346 mesi che la mia presenza infesta il mondo.
O se preferite, sono 10593 giorni (sì, ho tenuto conto ANCHE degli anni bisestili dal 1976 ad oggi).
O 254232 ore.
O 1.525.3920 minuti.
Almeno credo.
Visti i miei precedenti con la matematica potrei anche avere sbagliato i calcoli per difetto.
O per eccesso.

...You say it's your birthday
It's my birthday too--yeah
They say it's your birthday
We're gonna have a good time
I'm glad it's your birthday
Happy birthday to you...


2.4.05

Let it be

Oggi ci ha lasciato una persona.
Uno dei Grandi della terra.
Un Santo.
Un visionario.
Un membro di una congregazione ormai fuori dal tempo.
Un uomo, soprattutto un uomo.

Non sono più sicuro della mia fede, non sono quasi più praticante.
Ma credo ancora in un Architetto del mondo. Se poi sia esattamente quello della dottrina cristiana, lo ignoro.
Ma ci deve essere, ne sono convinto.

Ma la persona che ci ha lasciato oggi è, indipendentemente dal credo di ognuno, indipendentemente dalle etichette che gli si potranno affibbiare,una Grande persona.

Ha cercato di cambiare il mondo, per quello che poteva. In parte ci è riuscito, secondo me.
In parte no, ma in fondo è sempre stato...un uomo. Non si potevano pretendere miracoli.

Si è affidato a Maria, 'totus tuus, Maria', ha ancora fatto sapere negli ultimi giorni.
E in questa sua ora buia, voglio credere che Lei gli sia veramente di fronte, a sussurrargli saggi detti...


...And in my hour of darkness
She is standing right in front of me
Speaking words of wisdom
Let it be...