Magical mistery tour (27-10-98)
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La Croisette
Sono le 8.00 circa, e inizia uno dei rituali della vacanza : il segnale orario interno di Giulio, non molto fine ma preciso come un orologio svizzero. Una capatina in bagno (tutti e cinque, nonostante come già detto si sia pagato per tre) e due tiri a pallone seguiti da una buona colazione. Alle 10.40, pagato il dovuto, la sbarra del campeggio si alza, dischiudendoci nuovi orizzonti. Si decide all'unanimità di fregarsene della tabella di marcia (peraltro dimenticata a casa) che prevedeva una tirata unica sino a Barcellona, e si dirige il mezzo verso Cannes, alla ricerca di un parcheggio. Trovato a fatica, dopo che Giulio si è esibito in almeno tre inversioni a U su strade a tre corsie per senso di marcia (1) , e mentre Emanuele ha perso almeno otto partite a scala quaranta con Mirko. Finalmente si scende dal camper e ci si dirige sulla Croisette, la celeberrima passeggiata a mare, luogo di ritrovo dei VIP dello spettacolo durante il Festival del cinema. Dopo essersi fatti due grignade alle spalle di una obesa e non più giovanissima signora che esibisce un topless poco decoroso, Ema comincia il suo servizio fotografico, immortalando tra l'ilarità dei passanti una avvenente fanciulla che, sempre in topless, si crogiuola al caldo sole della Cote d'Azur. Infine Katia adocchia un passante, al quale cerca di consegnare la macchina fotografica perchè tutti e cinque possiamo apparire in foto con la Croisette sullo sfondo, ma questo la evita manco si trattasse di un'appestata. Fortunatamente un distinto signore ci viene in soccorso poco dopo. A questo punto facciamo un giro al porto, gremito di barche e yacht dalle dimensioni (e dal costo) spropositate, battenti le più disparate (e sconosciute) bandiere.
Sono le 8.00 circa, e inizia uno dei rituali della vacanza : il segnale orario interno di Giulio, non molto fine ma preciso come un orologio svizzero. Una capatina in bagno (tutti e cinque, nonostante come già detto si sia pagato per tre) e due tiri a pallone seguiti da una buona colazione. Alle 10.40, pagato il dovuto, la sbarra del campeggio si alza, dischiudendoci nuovi orizzonti. Si decide all'unanimità di fregarsene della tabella di marcia (peraltro dimenticata a casa) che prevedeva una tirata unica sino a Barcellona, e si dirige il mezzo verso Cannes, alla ricerca di un parcheggio. Trovato a fatica, dopo che Giulio si è esibito in almeno tre inversioni a U su strade a tre corsie per senso di marcia (1) , e mentre Emanuele ha perso almeno otto partite a scala quaranta con Mirko. Finalmente si scende dal camper e ci si dirige sulla Croisette, la celeberrima passeggiata a mare, luogo di ritrovo dei VIP dello spettacolo durante il Festival del cinema. Dopo essersi fatti due grignade alle spalle di una obesa e non più giovanissima signora che esibisce un topless poco decoroso, Ema comincia il suo servizio fotografico, immortalando tra l'ilarità dei passanti una avvenente fanciulla che, sempre in topless, si crogiuola al caldo sole della Cote d'Azur. Infine Katia adocchia un passante, al quale cerca di consegnare la macchina fotografica perchè tutti e cinque possiamo apparire in foto con la Croisette sullo sfondo, ma questo la evita manco si trattasse di un'appestata. Fortunatamente un distinto signore ci viene in soccorso poco dopo. A questo punto facciamo un giro al porto, gremito di barche e yacht dalle dimensioni (e dal costo) spropositate, battenti le più disparate (e sconosciute) bandiere.
Il camping di venerdì 13
Verso le 13.20 si parte in direzione Barcellona, che non riusciremo però a raggiungere a causa del tempo perso fino ad ora. Il viaggio non segnala eventi degni di nota, se escludiamo una bevuta rituale (tequila bum bum alle quattro del pomeriggio). Riusciamo comunque (cioè nonostate la tequila) ad arrivare quasi al confine con la Spagna, e precisamente nei pressi di Perpignan, in una località evidentemente rinomata, dal momento che l'ufficio turistico del paese ci consegna una cartina indicante almeno una sessantina di campeggi. Data la stagione, però, quasi tutti sono chiusi, eccetto uno, abbastanza centrale a dire il vero. Trattasi dell'ormai famigerato Front du mer, campeggio a due stelle, pressochè deserto, mal tenuto, sporco, privo delle più essenziali comodità, come l'acqua calda e gli attacchi per rifornire di energia elettrica il camper (la cui batteria comincia a dare preoccupanti segnali). Una capatina nei bagni, senza luce e coperti di foglie secche, è sufficiente a risvegliare sensazioni da film horror. Se da uno dei cessi spuntasse un inserviente dallo sguardo alla Shining armato di motosega in fondo non sarebbe neanche una grande sorpresa (2). Per scacciare la paura, ci rinchiudiamo nel camper e ci facciamo una pasta al pesto bella zozza, come piace a Davide.
Usciamo poi alla ricerca di un pub nella cittadina deserta e spazzata dal vento (e i timori aumentano). Finalmente lo troviamo, ma è un baretto tristissimo. Pareti bianche e anonime, ravvivate solo da un paio di sciarpe di squadre che hanno partecipato a Francia 98. C'erano anche, almeno sino a che siamo stati lì, due posacenere della Carlsberg. Poi sono spariti.Boh. Usciti leggermente disgustati dal pub, dopo una birretta veloce, siamo attratti dall'insegna di un negozio di tatuaggi, in legno intagliato, dipinta in colori accesi e recante la scritta Skifart. Pochi minuti dopo, nel bagno del nostro camper non si riesce più a entrare, neanche per lavarsi le mani. Una tavola di legno intagliato ne ostruisce infatti l'ingresso.Un altro mistero...
Ci chiudiamo a chiave nel camper, casomai l'inserviente con motosega pensasse di assalirci nella notte, e dopo qualche chiaccherata, interrotta al minimo rumore sospetto, finalmente ci addormentiamo (3).
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(1) Uno dei risultati più eclatanti di tali inversioni a U è da riscontrarsi nel fatto che uno degli sportelli dei mobili posti sui lati del camper, per la precisione quello che contiene i piatti e le posate, e che ovviamente è quello con il magnete non funzionante, si apre di colpo, scagliando così con una certa pericolosità coltelli e forchette sui passeggeri seduti ai divanetti del tavolo da pranzo.
(2) Anche per questo motivo, qualcuno di noi, il cui nome non faremo per non esporla al pubblico ludibrio, decide di concimare l'aiuola che ospita il nostro camper.
(3) Cambia la disposizione per la notte.Mirko e Katia restano nel nido, Giulio prende il mio posto al piano superiore del letto a castello, Davide resta sotto (e di notte si beccherà le caccole che , giunte ormai alla maturazione, gli cadranno addosso, del Giulio). Io passo al...sarcofago. Ovvero al tavolo da pranzo ricoperto dalle valigie, il che significa immobilità totale ed esposizione agli spifferi che arrivano dal finestrino al mio fianco. Inoltre Katia utilizzerà da ora in poi la mia testa come appoggio per scendere dal letto alla mattina.