8.4.05

Magical Mistery Tour (26-10-98)

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Viaggi del Sogno

E via con il gran giorno! Mentre Katia è impegnata con l'esame, Davide è all' università ed Ema finisce di preparare le valigie, Giulio e Mirko ritirano il camper da loro affittato presso l'agenzia 'Viaggi del Sogno'. Intorno alle 13 Ema e Davide si ritrovano a Genova, mentre gli altri sono da poco in viaggio. (1)
Consumato un rapido pranzo a base di succulenti pansotti in salsa di noci, in compagnia dell'amica comune Chiara, Davide e io ci scambiamo le ultime notizie, mentre l'ingresso di casa sua è ostruito da borse, borsoni, sacchi a pelo ed altre amenità, compresi una bottiglia di tequila e due bicchierini...presi appositamente, in modo da avere qualcosa con cui festeggiare la partenza non appena riuniti nel camper.
All'insaputa dei due trepidanti amici, appena partiti da Trento gli altri tre hanno rischiato di perdere tutta la parte alta del mezzo, poichè stavano per imboccare in modo deciso un sottopasso la cui altezza massima consentita era inferiore a quella del camper di un buon mezzo metro.
Dopo avere fatto acquisti essenziali (patatine, pop-corn e l'immancabile barilotto di birra da 5 litri), Davide ed Ema si ritrovano al casello di Genova Voltri all'ora stabilita, uscendo dalla barriera e guardandosi intorno alla ricerca del faraonico camper che, stando all'ultima comunicazione telefonica, ci attende nel parcheggio attiguo. Una sorta di scatola di sardine su quattro ruote, dall'aspetto vecchiotto e malandato, ci si para dinanzi. Non può essere quello, certamente. Eppure la persona che si sbraccia a salutarci assomiglia curiosamente a Giulio. Guarda te che coincidenza! Ma è proprio uguale, incredibile! E quei due che scendono, non ci crederete mai, la copia di Katia e Mirko! (...)
Scarichiamo l'enorme bagaglio che ci siamo portati dietro, lo confrontiamo con il camperino che ci troviamo dinanzi e capiamo immediatamente che lo spazio all'interno si ridurrà rapidamente a zero. Una sbirciata all'interno, e il lo sconfortato commento, ormai passato alla storia, di Davide : "No, ma...è tutto qui?"
Si parte, dopo avere esaurito i convenevoli, alle 17.15 circa. La temperatura è gradevole, il tramonto ormai incomve sulla romantica distesa d'acqua del Mar ligure, il camper è gremito ben oltre il limite della capienza. Nessuno, nell'euforia del momento, nota il segno della croce che Emanuele, a mò di scongiuro, si fa al momento dell'accensione del motore.
Aggiornate sul libro mastro le spese compiute da ognuno per la creazione di una scorta di viveri accettabile, e provveduto alla realizzazione di una cassa comune stipata nel portacenere, l'attenzione si sposta sul tragitto da percorrere e sulla luce del bagno. Riguardo al tragitto, nessuno di noi ha portato, credendo che lo avrebbero fatto gli altri, la stampata del tragitto calcolato al computer. La luce del bagno, accesasi durante una prima visita al medesimo da parte del sottoscritto, rifiuta categoricamente di farlo a partire dalla seconda visita in poi. Salvo misteriosamente riaccendersi giorni dopo, per poi sparire nuovamente e riaccendersi ancora a viaggio concluso. Nel frattempo, si è passato il confine francese. Ben 4 barriere autostradali ci sbarrano il passo tra Ventimiglia e Cannes, estorcendo 200 franchi (i miei) alla compagnia.
Nei pressi di Cannes cerchiamo un campeggio, e lo troviamo in una località di nome Mandelieu, posta a circa 5 chilometri dal più noto centro balneare della Costa Azzurra. Decidiamo subito di giocare al risparmio. Katia e Mirko si nascondono nel nido (ovvero la parte alta del camper, consistente in un materassino da mare da una piazza e mezza che sarà il loro letto) e noi chiediamo ospitalità per la notte per sole tre persone. Il custode del campeggio (credo l'unico campeggio a cinque stelle di tutta la Costa Azzurra), dopo essere stato bruscamente svegliato dal mondo dei sogni (in fondo sono già le 9 di sera!!!), ci estorce altri 200 franchi (sempre i miei, gli ultimi che avevo nel portafoglio) prima di alzare la sbarra. Parcheggiato il mezzo, prepariamo una robusta spaghettata per la cena, innaffiata da un buon vino trentino che abbiamo aperto dopo avere mendicato dalla roulotte attigua un cavatappi. Che nessuno ha pensato di portare.
à Mandelieu? Oh, no no no no no...
Mentre Mirko e Katia decidono di restare nel nido a fare i fidanzatini (quali in effetti sono), noialtri maschietti cerchiamo un autobus che ci porti a Cannes, per godere della rutilante vita notturna sulla Croisette. Ma a fine ottobre, gli autobus per Cannes sono sospesi, anche perchè il gigantesco campeggio è deserto. Solo noi e la roulotte a fianco sfidiamo i rigori di un autunno avanzato in questa parte del mondo. La soluzione alternativa è quella di tentare l'autostop, ma i tentativi, effettuati su una strada a scorrimento veloce nel centro del paese, vanno a vuoto. Anzi, i pochi automobilisti, forse spaventati dal mio giaccone bianco panna, che fa molto maniaco sessuale (o Marcinelle, come subito sentenzia Davide, riferendosi alla recente e triste vicenda del pedofilo belga arrestato per numerosi omicidi), accelerano e cercano di investirci. Cerchiamo allora un pub, ma fermato un ragazzo per strada e chiestogli dove potevamo trovarlo, allarga le braccia sconsolato e dice "A Mandelieu? Oh, no no no no no...". Insomma, nel Sahara c'è più vita. Poi, una visione. Una pizzeria. Sono circa le 23.10. E il proprietario sta giusto appunto per chiuderla. Capito al volo che siamo italiani, provvede ad abbassare la serranda ancora più in fretta.
Torniamo mesti al camper, sperando di rifarci nei giorni seguenti. (2)
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(1) Due eventi 'a margine' : Katia non ha sostenuto l'esame, perchè giunta a Verona e presentatasi all'appello, si è accorta di avere dimenticato il libretto universitario a Trento. Ema, mentre carico come uno sherpa tibetano si recava alla stazione, ha avuto una visione.Fermo a un semaforo, un camper. Enorme. Con una famigliola felice (padre, madre e figlioletto) al suo interno. Tra poche ore anche noi saremo su un camper così, pensavo impaziente ed emozionato.
(2) Disposizione per la notte: Katia e Mirko nel nido,lui rattrappito perchè non ha abbastanza spazio per distendersi, a differenza di lei. Io mi arrampico sul letto a castello sul fondo del camper, con la testa incastrata tra il vetro posteriore (in plastica, da cui entrano preoccupanti spifferi) e la porta del cesso. Giulio è al piano di sotto, con un borsone ai piedi. Davide si accomoda sul tavolo da pranzo, opportunamente trasformato in materasso ai cui estremi stanno le panchette per sedersi. Per inciso, quello era il quinto posto letto. Tutte le valigie e le borse, poichè non c'è altro spazio, gli sono poste ai fianchi, bloccandone ulteriormente i movimenti. La luce giallastra di un lampione entra prepotentemente nel camper, nonostante le tendine. Il minuscolo frigorifero ronza neanche tanto sommessamente. Giulio sta già russando. Come prima giornata, non c'è male.