The fool on the hill
Reduce da un viaggio di piacere a Napoli e dintorni, spendo qualche parola in merito a una chiaccherata fatta con una cara amica sul mio 'vizietto' di prendere e andarmene per i fatti miei. Lei si 'preoccupava' per me, chiedendosi se non avessi paura, e se non soffrissi di solitudine in determinati momenti di questi miei viaggi. Io ho cercato di spiegarle che la mia scelta di viaggiare da solo è legata a una serie di motivazioni.
Innanzitutto, pianificare un viaggio in compagnia richiede tempo. Il solo riuscire a incastrare le date di tutti, specie ora che siamo 'adulti' e lavoriamo è un'operazione mica da ridere. Inoltre, poichè la pianificazione deve (giustamente) essere concordata, il viaggio stesso è esposto pericolosamente a improvvisi cambiamenti. Poi è difficile mettersi tutti d'accordo sul programma, scendendo a compromessi, che possono lasciare dello scontento.
Viaggiare da solo mi permette alcuni vantaggi, rispetto a queste situazioni. Ho potuto programmare il viaggio all'ultimo momento, prendendo la decisione di andare a Napoli, dopo vari tentennamenti, non più di due settimane fa. Quando ero ragionevolmente sicuro che non ci sarebbero stati imprevisti dell'ultima ora. Ho potuto fare quello che ho voluto; quando volevo visitare palazzi ci sono andato. Quando avevo voglia di dormire ho dormito. E infine, ho potuto utilizzare il treno adattandomi agli schemi delle ferrovie. Programmando cioè coincidenze 'lunghe' senza troppi drammi, e ipotizzando varie possibilità di movimento e vari 'orari di visita' in modo da avere sempre una soluzione di riserva a portata di mano.
Con ciò non voglio dire che non mi piacciano i viaggi organizzati (da tour-operator per intenderci). Anzi, sono convinto che siano altrettanto belli. Ma io, ad esempio, in Scozia o in Islanda ci tornerei volentieri per conto mio, in modo da rivedere quei posti a cui sono più legato, oppure per scoprire zone che il viaggio organizzato aveva 'tagliato'.
E con questo mio discorso non voglio nemmeno dire che non mi piaccia viaggiare in compagnia. Perchè in compagnia ci si diverte un sacco, i momenti di noia si riducono al minimo, si crea una complicità non raggiunta fino a quel momento, si cementano le amicizie, ci si 'conosce' più intimamente. Soprattutto, si ha la possibilità di condividere con persone a cui si è legatissimi esperienze e momenti che, anche per questo motivo, resteranno indimenticabili.
Ho sperimentato sia il viaggio da solo, quello organizzato da tour operator, sia quello con un gruppo di amici. Mi manca ancora un viaggio con fidanzata e un viaggio di nozze e poi dovrei averli sperimentati tutti :-)
La conclusione a cui sono giunto è che, innanzitutto, viaggiare in sè è meraviglioso. Ma dal mio punto di vista occorre 'differenziare' il viaggio (e forse anche i compagni di viaggio) a seconda dell'obiettivo che si vuole ottenere. Come cantavano quarant'anni fa (quaranta!mamma mia!) i Byrds, To everything there is a season...
Esempio personale : All'Oktoberfest di due anni fa mi son trovato benissimo. Perchè i miei due amici ed io avevamo uno scopo comune e condiviso: bere, fare i coglioni e nient'altro. Fossi andato all'Oktoberfest da solo sarebbe stato uno strazio.
Quando ho fatto, sette anni fa, e con gli stessi amici, il viaggio in camper in Europa, è stato altrettanto bello. Ma mi è rimasto il rimpianto di non aver potuto visitare chiese e palazzi di Barcellona, Parigi e Amsterdam, come avrei fatto da solo, perchè con 'quel' gruppo si andava in giro per centri commerciali esexy shop o in alternativa si faceva (tanto per cambiare) i coglioni. Niente di più. Mentre io avrei volentieri coniugato momenti di coglionaggine a un po' di serietà. Ma ero in minoranza e mi sono adattato.
Non che abbia tenuto il broncio perchè non visitavamo mostre di impressionisti e simili, si intende...non credo di essere quel tipo di persona. Però qualche rimpianto, riguardo a quella vacanza, ce l'ho.
Mi sono trovato, a un certo punto, a ripensare a questa conversazione mentre ero sulla collina del Vomero e osservavo lo splendido panorama che mi si presentava davanti. In silenzio ho osservato gli scintillanti riflessi del sole sul golfo, in silenzio ho ascoltato il lieve stormire delle fronde e il cinguettio degli uccelli...per un attimo persino il meraviglioso caos che Napoli riesce ad esprimere in ogni suo vicolo mi è sembrato non esistere.
Certo, dicevo a me stesso, tutto ciò che vedo è splendido, ma chissà come lo sarebbe se avessi al mio fianco degli amici o comunque qualcuno con cui condividere momenti come questo...sono però giunto alla conclusione che non sarebbe stato lo stesso. Perchè soltanto quando si è da soli, secondo me, si riesce a godere pienamente di alcune cose.
Il medesimo discorso vale per molte altre cose. Se ascolto una canzone, che so, Stairway to heaven durante un concerto di una cover-band, la canto anche io urlando a squarciagola insieme agli altri. Se la ascolto sul divano di casa mia, presto l'orecchio alle sfumature, chiudo gli occhi e lascio vagare la mia mente.
A volte mi chiedo se, anche a causa di queste mie convinzioni e 'manie', che per me sono del tutto naturali, non appaia agli altri esattamente come il pazzo sulla collina di maccartiana (e non maccartista) memoria. Forse sì.
Ma la cosa non mi preoccupa. Di gente strana al mondo ce n'è talmente tanta, che uno in più dovrebbe essere tranquillamente ignorato.
...But the fool on the hill,
Sees the sun going down
And the eyes in his head
See the world spinning 'round....
Innanzitutto, pianificare un viaggio in compagnia richiede tempo. Il solo riuscire a incastrare le date di tutti, specie ora che siamo 'adulti' e lavoriamo è un'operazione mica da ridere. Inoltre, poichè la pianificazione deve (giustamente) essere concordata, il viaggio stesso è esposto pericolosamente a improvvisi cambiamenti. Poi è difficile mettersi tutti d'accordo sul programma, scendendo a compromessi, che possono lasciare dello scontento.
Viaggiare da solo mi permette alcuni vantaggi, rispetto a queste situazioni. Ho potuto programmare il viaggio all'ultimo momento, prendendo la decisione di andare a Napoli, dopo vari tentennamenti, non più di due settimane fa. Quando ero ragionevolmente sicuro che non ci sarebbero stati imprevisti dell'ultima ora. Ho potuto fare quello che ho voluto; quando volevo visitare palazzi ci sono andato. Quando avevo voglia di dormire ho dormito. E infine, ho potuto utilizzare il treno adattandomi agli schemi delle ferrovie. Programmando cioè coincidenze 'lunghe' senza troppi drammi, e ipotizzando varie possibilità di movimento e vari 'orari di visita' in modo da avere sempre una soluzione di riserva a portata di mano.
Con ciò non voglio dire che non mi piacciano i viaggi organizzati (da tour-operator per intenderci). Anzi, sono convinto che siano altrettanto belli. Ma io, ad esempio, in Scozia o in Islanda ci tornerei volentieri per conto mio, in modo da rivedere quei posti a cui sono più legato, oppure per scoprire zone che il viaggio organizzato aveva 'tagliato'.
E con questo mio discorso non voglio nemmeno dire che non mi piaccia viaggiare in compagnia. Perchè in compagnia ci si diverte un sacco, i momenti di noia si riducono al minimo, si crea una complicità non raggiunta fino a quel momento, si cementano le amicizie, ci si 'conosce' più intimamente. Soprattutto, si ha la possibilità di condividere con persone a cui si è legatissimi esperienze e momenti che, anche per questo motivo, resteranno indimenticabili.
Ho sperimentato sia il viaggio da solo, quello organizzato da tour operator, sia quello con un gruppo di amici. Mi manca ancora un viaggio con fidanzata e un viaggio di nozze e poi dovrei averli sperimentati tutti :-)
La conclusione a cui sono giunto è che, innanzitutto, viaggiare in sè è meraviglioso. Ma dal mio punto di vista occorre 'differenziare' il viaggio (e forse anche i compagni di viaggio) a seconda dell'obiettivo che si vuole ottenere. Come cantavano quarant'anni fa (quaranta!mamma mia!) i Byrds, To everything there is a season...
Esempio personale : All'Oktoberfest di due anni fa mi son trovato benissimo. Perchè i miei due amici ed io avevamo uno scopo comune e condiviso: bere, fare i coglioni e nient'altro. Fossi andato all'Oktoberfest da solo sarebbe stato uno strazio.
Quando ho fatto, sette anni fa, e con gli stessi amici, il viaggio in camper in Europa, è stato altrettanto bello. Ma mi è rimasto il rimpianto di non aver potuto visitare chiese e palazzi di Barcellona, Parigi e Amsterdam, come avrei fatto da solo, perchè con 'quel' gruppo si andava in giro per centri commerciali esexy shop o in alternativa si faceva (tanto per cambiare) i coglioni. Niente di più. Mentre io avrei volentieri coniugato momenti di coglionaggine a un po' di serietà. Ma ero in minoranza e mi sono adattato.
Non che abbia tenuto il broncio perchè non visitavamo mostre di impressionisti e simili, si intende...non credo di essere quel tipo di persona. Però qualche rimpianto, riguardo a quella vacanza, ce l'ho.
Mi sono trovato, a un certo punto, a ripensare a questa conversazione mentre ero sulla collina del Vomero e osservavo lo splendido panorama che mi si presentava davanti. In silenzio ho osservato gli scintillanti riflessi del sole sul golfo, in silenzio ho ascoltato il lieve stormire delle fronde e il cinguettio degli uccelli...per un attimo persino il meraviglioso caos che Napoli riesce ad esprimere in ogni suo vicolo mi è sembrato non esistere.
Certo, dicevo a me stesso, tutto ciò che vedo è splendido, ma chissà come lo sarebbe se avessi al mio fianco degli amici o comunque qualcuno con cui condividere momenti come questo...sono però giunto alla conclusione che non sarebbe stato lo stesso. Perchè soltanto quando si è da soli, secondo me, si riesce a godere pienamente di alcune cose.
Il medesimo discorso vale per molte altre cose. Se ascolto una canzone, che so, Stairway to heaven durante un concerto di una cover-band, la canto anche io urlando a squarciagola insieme agli altri. Se la ascolto sul divano di casa mia, presto l'orecchio alle sfumature, chiudo gli occhi e lascio vagare la mia mente.
A volte mi chiedo se, anche a causa di queste mie convinzioni e 'manie', che per me sono del tutto naturali, non appaia agli altri esattamente come il pazzo sulla collina di maccartiana (e non maccartista) memoria. Forse sì.
Ma la cosa non mi preoccupa. Di gente strana al mondo ce n'è talmente tanta, che uno in più dovrebbe essere tranquillamente ignorato.
...But the fool on the hill,
Sees the sun going down
And the eyes in his head
See the world spinning 'round....